Storia

CASA DI DANTE IN ROMA

Palazzetto degli Anguillara
Piazza Sidney Sonnino 5 • 00153 Roma

Fondata nel 1913 su iniziativa di Sidney Sonnino, Ministro degli Esteri pro tempore, la [sg_popup id=”3260″]Casa di Dante[/sg_popup] in Roma venne costituita in Ente morale con [sg_popup id=”3263″]regio decreto del 16 lug. 1914, n. 796[/sg_popup], rinnovato con [sg_popup id=”3265″]regio decreto del 25 ag. 1920, n. 1470[/sg_popup], che approvava anche il nuovo Statuto dell’istituzione, dichiarata «sotto l’alto patrocinio di Sua Maestà la Regina Margherita». Tale «alto patrocinio» veniva solennizzato con la [sg_popup id=”3267″]firma[/sg_popup] della sovrana in apertura del registro delle attività della Casa.

Nel 1920, nella prospettiva del sesto Centenario della morte di Dante, che cadeva nel 1921, il Comune di Roma deliberava la cessione in uso gratuito del [sg_popup id=”3085″]Palazzetto degli Anguillara[/sg_popup], di proprietà del medesimo Comune, alla Casa di Dante, che già da qualche anno vi teneva conferenze dantesche in una suggestiva [sg_popup id=”3113″]Sala[/sg_popup]. Il 27 dic. 1920, in attuazione di delibere del Consiglio Comunale di Roma del 23 e 27 feb. 1920, si procedeva alla stipula di un atto notarile, rogato dal notaio Tito R. Garroni, in cui si stabiliva: «Il Comune di Roma, in persona dell’On. Sig. Sindaco Gr. Cord. Prof. Avv. Luigi Rava, cede in uso permanente e irrevocabile, senza corrispettivo, alla “Casa di Dante”, che in persona del suo Presidente On. Barone Dott. Gr. Cr. Sonnino Sidney accetta, il Palazzetto degli Anguillara sito in Roma al Viale del Re […]. Lo stabile sarà consegnato dal Comune completamente libero e sgombro». Il 21 settembre 1921 avvenne la [sg_popup id=”3269″]consegna[/sg_popup] con una solenne cerimonia. Una [sg_popup id=”3100″]lapide marmorea[/sg_popup], dettata da Corrado Ricci e tuttora esposta sulla parete del Palazzetto prospiciente il Tevere, ricorda l’evento:

NELLA SESTA RICORRENZA CENTENARIA
DELLA MORTE DI DANTE ALIGHIERI
IL MUNICIPIO DI ROMA
QUESTO EDIFICIO GIÀ DEGLI ANGUILLARA
AFFIDÒ ALLA CASA DI DANTE
PERCHÉ FOSSE IN PERPETUO CONSACRATO
ALLO STUDIO E ALLA DIVULGAZIONE
DELLE OPERE E DELLA VITA DEL DIVINO POETA
SETTEMBRE MCMXXI.

La convenzione trovò poi riscontro e convalida nell’àmbito dei provvedimenti legislativi che – promossi dal Ministro dell’Istruzione Pubblica pro tempore, Benedetto Croce – disposero, a carico dello Stato, interventi per le «Celebrazioni del VI Centenario dalla morte di Dante»; tra i quali un finanziamento di Lit. 70.000 a favore della Casa di Dante per la «sistemazione della biblioteca dantesca del Palazzetto degli Anguillara, di cui il Comune di Roma assicura gratuitamente l’uso perpetuo alla Casa di Dante» (Atti parlamentari, sessione 1919-1921: Camera dei Deputati, p. 6, Senato del Regno, p. 2). L’attività di ricerca e di studio, di pubbliche conferenze, mostre e altre manifestazioni dantesche, di gestione della [sg_popup id=”3107″]Biblioteca[/sg_popup] altamente specializzata in dotazione all’Ente (che accoglie fondi importanti, tra cui i lasciti delle biblioteche private di Sidney Sonnino, Luigi Valli, mons. Giovanni Fallani), si è svolta con continuità, fino ad oggi, salvo la breve interruzione bellica, guadagnandole una prestigiosa notorietà internazionale.

La successiva revoca unilaterale, in data 27 ott. 1949, della concessione dell’uso gratuito del Palazzetto dell’Anguillara da parte dell’Ufficio Demanio e Patrimonio del Comune di Roma, motivato da una nuova normativa sui diritti reali di usufrutto entrata in vigore successivamente all’atto notarile del dic. 1920, non ha impedito da un lato che la Casa di Dante portasse avanti il proprio programma di attività, nel corso degli anni, pur tra difficoltà a volte non irrilevanti, conservando la sua sede nello storico Palazzetto degli Anguillara; dall’altro che si sviluppasse con le Autorità comunali un dialogo costruttivo, mirato al proseguimento e allo sviluppo dell’attività della benemerita istituzione capitolina. In questa linea si collocano i progetti di “rifondazione” dell’Ente morale, con l’adozione di un nuovo Statuto che, rinnovando la compagine sociale, con il coinvolgimento degli Enti territoriali di Roma e del Lazio, meglio definisca la struttura e la programmazione operativa del sodalizio, con più marcata incidenza nella realtà culturale di Roma e degli studi danteschi italiani e internazionali.