
Progetto Settecentenario

Luca Serianni, linguista e storico della lingua italiana, ha rappresentato per intere generazioni di studiosi una figura di riferimento nell’ambito della linguistica – storica e contemporanea – e non solo.
Socio ordinario della Casa di Dante in Roma, è stato un professore e un uomo straordinario.
La Casa di Dante è profondamente addolorata, ma ne custodirà sempre un ricordo vivo, pieno di stima e affetto.
I funerali si terranno martedì 26 luglio, alle ore 10, nella chiesa di Santa Maria Regina Pacis, in piazza Regina Pacis 13, al Lido di Ostia.
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Conferenza stampa di S.E. il Card. Gianfranco Ravasi
Presidente della Casa di Dante in Roma
Davanti all’ampio pubblico riunitosi per l’occasione e agli organi di stampa, il nuovo Presidente, affiancato dal Vicepresidente Prof. Enrico Malato, ha illustrato i progetti e i programmi della Casa di Dante in Roma annunciando l’imminente istituzione di una Pontificia Commissione per il VII centenario della morte di Dante Alighieri con la quale l’Ente di P.za Sonnino potrà avviare una proficua collaborazione.
In tale ottica ha quindi ricordato l’intenso rapporto della cultura cattolica novecentesca con il Sommo Poeta, a cominciare dall’enciclica In praeclara summorum di Benedetto XV, che in occasione del precedente anniversario, nel 1921, includeva Dante tra i più importanti araldi del Cristianesimo, fino alla lettera apostolica Altissimi Cantus divulgata da Paolo VI nel 1965, in occasione del VII centenario della nascita del poeta, e alla presenza di riferimenti alla Divina Commedia negli scritti dell’attuale pontefice Benedetto XVI.
La registrazione video dell’intera conferenza stampa è disponibile sul sito di Rai.Edu.Letteratura
Presentazione degli atti del convegno
Leggere Dante oggi. I testi, l’esegesi (Roma, Salerno Editrice, 2011)
Venerdì 30 marzo 2012 la Sala delle Conferenze della Casa di Dante in Roma ha ospitato la presentazione degli atti del convegno Leggere Dante oggi. I testi, l’esegesi, tenutosi nel salone del Palazzetto degli Anguillara nei giorni 25-27 ottobre 2010 e organizzato dal Centro Pio Rajna - Centro di studi per la ricerca letteraria, linguistica e filologica in collaborazione con la stessa Casa di Dante.
Il convegno riuniva le riflessioni degli studiosi impegnati nel progetto editoriale della « Nuova Edizione Commentata delle Opere di Dante (NECOD) », sulle più complesse questioni relative ai problemi filologici posti dalla pubblicazione delle opere dantesche e sui principi critici e sui metodi espositivi dei relativi commenti. Quelle riflessioni sono oggi disponibili ai lettori, arricchite dalle ulteriori indagini condotte in questi mesi nel corso della lavorazione dei volumi della NECOD, alcuni dei quali ormai prossimi alla pubblicazione. Presieduta dal Prof. Enrico Malato, Vicepresidente della Casa di Dante in Roma, la presentazione è stata tenuta dai proff. Marco Ariani, Eugenio Ragni e Pasquale Stoppelli.
Il Prof. Marco Ariani ha illustrato i saggi relativi alle “opere minori” di Dante commentando le riflessioni in merito all’ordinamento delle Rime secondo le diverse scelte dei curatori delle edizioni attualmente disponibili, valutando anche l’esigenza di riconoscere il diverso rilievo dei richiami diretti alla tradizione provenzale rispetto al recupero di stilemi e di temi già ampiamente recuperati dalla poesia italiana duecentesca. Ha quindi analizzato il problema della lettura “misticheggiante” della Vita nuova ribadendo la fitta presenza di rimandi al linguaggio della mistica medievale nel prosimetro. Ha concordato con quanto scritto nel volume dal Prof. Andrea Mazzucchi sulle strategie da adottare per la resa di un’opera con una situazione testuale assai sofferta quale il Convivio, e sull’esigenza di approfondire le valenze propriamente retoriche del trattato (soprattutto il suo sistema di metafore), nonché di delineare la sua circolazione. Infine ha svolto alcune osservazioni sulla scelta del ms. Berlin, Staatsbibliothek Lat. fol. 437 quale testo base per l’allestimento del De vulgari eloquentia e sui richiami alla teologia neoplatonica che attraversano il De monarchia.
Il Prof. Eugenio Ragni ha invece sottolineato il contributo che il cantiere della NECOD può apportare alle ricerche sulla vita di Dante e sulla tradizione biografica che lo riguarda: si è in particolare soffermato sulle scelte arbitrarie compiute più di 70 anni fa dal pur meritevole Renato Piattoli nell’allestimento del Codice diplomatico dantesco (1940) e sulle informazioni che possono emergere dal più attento vaglio dei materiali che stanno conducendo la Prof.ssa Teresa De Robertis e il Prof. Stefano Zamponi; ma anche sulla nuova edizione di tutte le antiche biografie dantesche, alla quale stanno lavorando i Proff. Maurizio Fiorilla e Monica Berté, aggiungendo materiali e correggendo le imprecisioni dell’ormai antiquato volume del Solerti (Le vite di Dante, Petrarca e Boccaccio scritte fino al secolo decimosesto, 1904).
Infine il Prof. Pasquale Stoppelli ha affrontato il tema dell’allestimento della nuova edizione della Commedia: ha sottolineato come le ricerche sulla storia della tradizione condotte da Paolo Trovato e dalla sua équipe abbiano ormai sufficientemente mostrato l’incertezza e la fragilità della reale appartenenza (o esclusione) di molti codici a quell’“antica vulgata” che fu alla base dell’edizione a tutt’oggi di riferimento, quella allestita da Giorgio Petrocchi (1966-1967). Ha quindi ricordato sia la frequentissima “contaminazione” nella storia della tradizione del testo del poema sia il gran numero di codici latori dell’opera, giudicando quindi impossibile sia la definizione di uno stemma codicum (e quindi l’assunzione di un metodo lachmanniano) sia la scelta bédieriana di un bon manuscript, che costringerebbe a rinunciare a troppe varianti di evidente pregio, e ha concluso illustrando le ragioni del suo pieno assenso alle scelte che stanno guidando l’allestimento della nuova edizione della Commedia e che prevedono quindi di ricostruire il testo del poema non sulla recensio ma sull’interpretatio ed evidenziando il ruolo decisivo che assume quindi il commento anche nella giustificazione delle scelte ecdotiche.
Riunione del Comitato Scientifico e dei Curatori dei volumi
della «Nuova Edizione Commentata delle Opere di Dante»
(NECOD)
Nei giorni di venerdì 11 e sabato 12 giugno 2010 la Casa di Dante in Roma ha ospitato una riunione del Comitato Scientifico e dei collaboratori della NECOD, il consesso di illustri studiosi impegnati nell’allestimento della «Nuova Edizione Commentata delle Opere di Dante». L’ambizioso progetto intende fornire un nuovo corpus delle opere del sommo poeta, dalla Vita nuova alle Rime, dal Convivio al De vulgari eloquentia, alla Monarchia, fino alle Epistole, le Ecloghe, la Questio de aqua et terra, e naturalmente La Divina Commedia. Ogni opera verrà proposta in una nuova edizione criticamente riveduta, aggiornata ai più recenti risultati della filologia dantesca internazionale, e sarà corredata di un nuovo commento a sua volta in linea con le acquisizioni più avanzate della critica dantesca, idoneo a soddisfare le esigenze di una lettura moderna dell’opera di Dante, tanto dello specialista quanto del semplice lettore appassionato di Dante.
Il progetto è stato elaborato dal Centro Pio Rajna (http://www.centropiorajna.it/), fin dalla fondazione impegnato in importanti ricerche dantesche, tra le quali soprattutto notevoli il Censimento e l’Edizione Nazionale dei Commenti danteschi, la «Rivista di studi danteschi», la «Biblioteca storica dantesca», e naturalmente la NECOD. Prodotto di queste attività, oltre a decine di importanti volumi già pubblicati, una raccolta di riproduzioni digitali di quasi tutti i manoscritti del mondo contenenti commenti danteschi. Al Centro Pio Rajna si affianca, nella realizzazione dell’impresa – che è sostenuta dall’Istituto Banco di Napoli Fondazione e dalla Fondazione Banco di Sicilia –, la Casa di Dante in Roma. Il progetto della NECOD, onorato dall’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, nonché dal Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dei Beni Culturali, è stato presentato in una conferenza stampa a Palazzo Chigi il 18 gennaio 2010 (il filmato della presentazione è visibile in: http://www.centropiorajna.it / Nuova edizione commentata delle opere di Dante / Conferenza stampa / Video della conferenza stampa).
Nell’intenso e fruttuoso dibattito protrattosi per due giorni sono stati approfonditi e meglio definiti i criteri generali dell’Edizione, verificati anche sui primi “saggi di edizione” allestiti da molti dei Curatori, puntualizzati i tempi della elaborazione dei vari volumi (sostanzialmente confermati quelli annunciati nell’ opuscolo), precisate le procedure della realizzazione editoriale, affidata alla Salerno Editrice. Il Prof. Luca Azzetta si è assunto il meritorio e oneroso compito di coordinare le procedure di editing dei volumi che saranno avviati alla stampa, affidate a una équipe di giovani valorosi ricercatori.
Nell’occasione è stato anche annunciato il prossimo convegno del Centro Pio Rajna, che sarà dedicato al tema Leggere Dante oggi. I testi e l’esegesi: la manifestazione si svolgerà a Roma, presso la Casa di Dante, da lunedì 25 a mercoledì 27 ottobre 2005, e avrà lo scopo di focalizzare i problemi relativi ai testi e all’esegesi delle Opere di Dante (quindi anche dei suoi esegeti storici: con riferimento alla Edizione Nazionale dei Commenti danteschi), in rapporto a una lettura moderna dell’opera dantesca, tenuto anche conto dell'imminente settimo Centenario della sua morte.
Presentazione del volume Come leggere i classici
Nell’ambito delle attività svolte dalla Casa di Dante in Roma in collaborazione con altri importanti enti culturali, venerdì 8 aprile alle ore 10.30, nella Sala dei Seminari del Palazzetto degli Anguillara, si è tenuta la presentazione del libro Come parlano i classici. Presenza e influenza dei classici nella modernità. Il ponderoso volume, edito dalla Salerno Editrice, raccoglie gli Atti del convegno internazionale tenutosi a Napoli nei giorni 26-29 ottobre 2009, organizzato dal Centro Pio Rajna.
Ha aperto la seduta il Prof. Enrico Malato, Presidente del Centro Pio Rajna, che ha ricordato gli obiettivi del convegno napoletano: approfondire il ruolo e il senso del grande patrimonio dei “classici” nella cultura del Novecento, sottolineando la problematica dialettica che si sta venendo a creare tra - da un lato - la coscienza sempre più definita del rilievo che i testi esemplari della tradizione letteraria possono vantare nella formazione dell’identità degli uomini e dei cittadini dalla nazione italiana, e - dall’altro - lo spazio sempre più ridotto riservato allo studio di tali testi nell’ambito della scuola italiana, la progressiva scomparsa di tutte le collane editoriali dei classici, quelle che erano state il vanto della produzione libraria italiana otto-novecentesca.
È stata dunque letta la comunicazione del Prof. Piorgiorgio Parroni, che - con la sensibilità propria dello studioso delle letterature greca e romana - ha evidenziato la progressiva evoluzione del termine classico, dal suo significato di “opera letteraria dell’antichità” a “modello esemplare di poema, trattato, lirica”, fino all’accezione di “testo letterario considerato un momento fondamentale dello sviluppo di una civiltà”, rileggendo tale percorso come espressione di una virtuosa “querelle des anciens et des modernes”.
Hanno quindi preso la parola prima il Prof. Maurizio Dardano, poi la Prof.a Bianca Concetta, i quali hanno approfondito la questione del rapporto che si instaura tra una comunità intellettuale, il patrimonio letterario della tradizione, i problemi del proprio tempo, la formazione di un ethos culturale, civile, morale: il primo prendendo in considerazione il contesto del Novecento letterario italiano, la seconda concentrandosi sul periodo dell’Umanesimo.
Nel vivace e denso dibattito che è seguito alle relazioni, particolare interesse - in considerazione del pubblico e della sede - ha destato uno dei contributi contenuti nel volume, il saggio del Prof. Andrea Mazzucchi, Il commento ai classici: commentare Dante, che ha permesso ai presenti interventi di approfondimento della più recente riflessione critica relativa alla pratica del commento alla Divina Commedia, anche in vista della nuova edizione che è in via di allestimento nell’ambito del progetto della NECOD («Nuova Edizione Commentata delle Opere di Dante»), promosso dal Centro Pio Rajna in collaborazione con la Casa di Dante in Roma.
La presentazione è stata anche l’occasione per ritornare ad apprezzare, come già - ad esempio - nella Riunione del comitato scientifico della NECOD , lo spazio, elegante, raccolto e perfettamente funzionale a questo tipo di manifestazioni, della Sala dei Seminari del Palazzetto degli Anguillara, ancora una volta opportunamente valorizzata nell’ambito del rilancio delle attività della Casa di Dante in Roma.
Mostra "Dante poeta e italiano «legato con amore in un volume»"
La Casa di Dante in Roma ha partecipato allestendo un proprio spazio espositivo alla mostra “Dante poeta e italiano «legato con amore in un volume»” promossa dalla Provincia di Roma, ideata dalla stessa Casa di Dante in collaborazione con il «Centro Pio Rajna - Centro di studi per la ricerca letteraria, linguistica e filologica» e organizzata da Civita e dalla Libreria antiquaria Philobiblo, tenutasi a Palazzo Incontro (Roma, via dei Prefetti 22) dal 20 giugno al 31 luglio 2011.
La mostra esponeva manoscritti, antiche stampe, volumi illustrati, quadri e sculture provenienti dalla collezione privata dell’imprenditore torinese, appassionato dantista, Livio Ambrogio. Frutto di trent’anni di passione per i libri e i cimeli danteschi, la collezione spazia su ben sette secoli di tradizione, manoscritta e a stampa, delle opere di Dante Alighieri e, formata da più di mille volumi, costituisce oggi la raccolta dantesca più vasta e importante di proprietà di un collezionista privato. In essa figurano, oltre alle principali edizioni della Divina Commedia, dalle origini della stampa ad oggi, in Italia e all’estero, alcuni splendidi codici trecenteschi e quattrocenteschi, le prime edizioni delle altre opere del grande poeta fiorentino, le principali traduzioni in altre lingue e una densa selezione di critica dantesca dal xvi al xx secolo. Il catalogo della mostra è stato stampato dalla Salerno Editrice di Roma.
Alla Casa di Dante, che ha avuto un ruolo fondamentale nel concepimento e nell’allestimento della mostra, è stato riservato un proprio spazio espositivo nel quale il nostro ente ha potuto esporre alcuni dei più preziosi cimeli della sua Biblioteca, tra i quali si segnalano in particolare:
1) il manoscritto CH 1, un codice cartaceo, tardoquattrocentesco, che misura 22 x 16 cm., proveniente dalla collezione Sonnino, che, vergato in umanistica corsiva, contiene il poema dantesco con chiose marginali e interlineari dovute a un copista del XVI secolo, particolarmente fitte nel Paradiso, desunte dai commenti di Jacomo della Lana, di Pietro Alighieri e del vescovo Giovanni Bertoldi da Serravalle;
2) un esemplare, appartenuto a Ugo Foscolo, della terza edizione a stampa della Commedia, la prima lavorata esclusivamente da un tipografo italiano: si tratta di un in-folio, con il testo del poema in carattere tondo di tipo veneziano, disposto su una colonna, dovuto al tipografo veronese Federico de’ Conti e stampato nel 1472 non a Jesi, come si è a lungo ritenuto, ma piuttosto a Venezia, cui tra l’altro inequivocabilmente riconduce la filigrana della carta usata;
3) il primo dei due incunaboli napoletani del Poema, stampato nel 1477 da un’anonima tipografia definita “del Dante”, che offre in un in-folio con larghi margini il testo del poema riprodotto dall’editio princeps folignate, in caratteri romani e disposto su una colonna;
4) l’ultimo incunabolo, pubblicato ancora a Venezia nel 1478 da Filippo di Pietro, in cui il testo del poema si presenta ai lettori privo di commento;
5) l’in-quarto pubblicato nel 1512 a Venezia da Stagnino che affianca al testo aldino della Commedia il commento di Cristoforo Landino, in questo esemplare fittamente postillato da un menante cinquecentesco; 6) la rara edizione napoletana (apud Horatium Salvianum, 1576) della Questio, seconda dopo la princeps del 1508, nonché la stampa ferrarese (Mamarelli, 1583) della traduzione trissiniana del De Vulgari Eloquentia.
Il pezzo di maggiore rilievo della collezione è però senza dubbio costituito da La ‘Commedia’ col commento di Cristoforo Landino, pubblicata a Venezia nel 1491 da Pietro Piasi, noto come Pietro Cremonese. L’esemplare, donato alla Casa di Dante da Pietro Fedele, ministro della Pubblica Istruzione dal 1925 al 1928, è reso unico non solo dalle numerose postille marginali del poco noto frate domenicano Pietro da Figino, vissuto tra il XV e il XVI secolo, ma è soprattutto impreziosito dalle oltre 400 vivaci figurazioni tra fregi, vignette e miniature d’ambiente padano, attribuite un tempo allo stesso postillatore e oggi invece persuasivamente assegnate all’umanista veneziano Antonio Grifo (Venezia, 1430 ca.-1510 ca.). Quest’ultimo conobbe e frequentò nell’ultimo decennio del XV secolo, alla corte viscontea di Milano, Leonardo da Vinci, tenendo anche, come testimonia il Calmeta, un’apprezzata lectura Dantis. A lui si devono anche le postille e le illustrazioni di un esemplare dell’edizione veneziana di Vindelino di Spira (1470) contenente le Rime e i Trionfi del Petrarca, attualmente alla Biblioteca Queriniana di Brescia, che si presenta strutturalmente e artisticamente del tutto affine all’incunabolo della Commedia posseduto dalla Casa di Dante.
In occasione di questa mostra la Casa di Dante ha esposto anche due tra le più rilevanti opere d’arte contemporanea in suo possesso: un suggestivo e intenso ritratto immaginario di Dante, dovuto al noto pittore Pietro Annigoni (Milano 1910 – Firenze 1988), specializzato in ritrattistica e polemicamente alieno dalle pratiche estetiche della pittura informale; e una terracotta rappresentante un inconsueto Dante a cavallo alla battaglia di Campaldino, opera del celebre scultore Carlo Fontana (Carrara 1865 – Sarzana 1956): quest’ultima opera, a seguito di una valutazione di esperti che l’hanno giudicata intrasportabile, è stata rappresentata da una riproduzione fotografica di grandi dimensioni.
Le pareti sovrastanti le teche hanno invece ospitato una serie di tavole realizzate dai dott. Alessandro Cavaliere e Jonathan Giannetti per la loro tesi di laurea dal titolo Il complesso e la Torre degli Anguillara tra archeologia e storia (Università degli Studi “Roma Tre”, Facoltà di Architettura a.a. 2010-2011, Relatore Prof. Arch. Barbara Elia) tavole che descrivono la storia architettonica e urbanistica del Palazzetto degli Anguillara, sede della Casa di Dante in Roma.
Un proiettore ha inoltre mostrato le immagini relative alle numerose attività promosse dalla Casa di Dante in Roma in questi ultimi anni in parallelo alla tradizionale Lectura Dantis Romana: convegni, conferenze, presentazioni di libri.
Celebrazione per i novant’anni delle delibere comunali (23 e 27 febbraio 1920)
con le quali il Comune di Roma concedeva alla Casa di Dante in Roma
l’uso perpetuo e gratuito del Palazzetto degli Anguillara
Domenica 28 febbraio 2010
Il 28 febbraio 2010 si sono compiuti i novant’anni dalle delibere del Consiglio Comunale (23 e 27 febbraio 1920) con le quali il Comune di Roma concedeva alla Casa di Dante l’uso del Palazzetto degli Anguillara per lo svolgimento delle attività istituzionali: «PERCHÉ FOSSE IN PERPETUO CONSACRATO | ALLO STUDIO E ALLA DIVULGAZIONE | DELLE OPERE E DELLA VITA DEL DIVINO POETA», come recita la lapide affissa e tuttora leggibile all’esterno dell’edificio.
Per l’occasione, il Consiglio direttivo della Casa di Dante, ha voluto organizzare una breve cerimonia commemorativa dell’evento nel corso della quale ha preso la parola il vice presidente della nostra istituzione, il prof. Enrico Malato, il quale ha ricordato lo storico impegno della Casa di Dante per lo studio, l’approfondimento e la divulgazione delle opere del Sommo poeta. Fondata, com’è noto, nel 1913, su iniziativa di Sidney Sonnino, costituita in Ente morale con regio decreto del 1914, rinnovato nel 1920, la Casa di Dante in Roma si avvicina ormai al compimento dei cento anni di vita, nel corso dei quali la sua attività si è sviluppata sempre su un duplice piano: da un lato le tradizionali
Approssimandosi la scadenza secolare, e in vista del più importante appuntamento del settimo Centenario della morte del Poeta, nel 2021, la Casa di Dante vorrebbe, in un più stretto rapporto di collaborazione con il Comune di Roma e con altri Enti locali del Lazio, procedere a un profondo rinnovamento della propria struttura, anche attraverso l’adozione di un nuovo e più moderno Statuto, e a una nuova programmazione della propria attività, con progettazione e attuazione di conferenze, convegni, seminari, colloqui, mostre, anche a carattere divulgativo (di alta divulgazione), eventualmente in collaborazione con scuole e università, nonché una nuova organizzazione e apertura al pubblico della Biblioteca, così da consentire una più estesa e incisiva “presenza” dell’Ente nella realtà culturale romana, del Lazio, dell’Italia centrale e meridionale.
Per dar corso a questo programma, già variamente discusso e concordato con l’Amministrazione capitolina, è necessario risolvere il nodo del contenzioso in atto tra il Comune di Roma e l’Ente morale in merito alla gestione della sede, il Palazzetto degli Anguillara, e procedere all’organizzazione delle molte iniziative che la Casa di Dante è pronta a realizzare per offrire alla cittadinanza, agli appassionati e ai cultori del Sommo Poeta, nuovi momenti di studio, di approfondimento o di semplice delibazione dei versi danteschi: da conferenze, a convegni, a presentazioni di libri, alle letture da parte di attori dei canti della Divina Commedia. A tal fine il Presidente Sen. Giulio Andreotti e tutti i membri del Consiglio direttivo della Casa di Dante hanno deciso di rivolgere un appello al Sindaco di Roma On. Gianni Alemanno, appello sottoscritto da oltre 250 persone tra dantisti italiani e stranieri, appassionati della poesia di Dante, amici e frequentatori della nostra Istituzione (il testo dell’appello con l’elenco delle firme e dei sottoscrittori è visualizzabile cliccando su questo collegamento).
Proprio in segno della volontà di giungere a una felice soluzione del citato contenzioso e di rilanciare la collaborazione tra il Comune di Roma e la Casa di Dante, è intervenuto alla manifestazione il Consigliere comunale On. Federico Guidi, il quale - in qualità di delegato del sindaco On. Gianni Alemanno - ha portato il saluto dell’Amministrazione capitolina agli amici della Casa di Dante, il vasto pubblico che ogni domenica riempie il salone delle conferenze, costituito da docenti universitari e liceali, studenti delle scuole, studiosi di Dante, semplici appassionati e cultori dei versi del Sommo Poeta. L’On. Guidi ha ribadito l’intenzione del Comune di procedere alla soluzione del citato contenzioso e ha promesso un suo impegno in prima persona perché la Casa di Dante possa al più presto cominciare ad ampliare la sua attività venendo incontro al grande interesse che la cittadinanza dimostra nei confronti delle iniziative di promozione della conoscenza del poeta fiorentino.
Alla cerimonia ha fatto seguito, come da tradizione nelle domeniche della stagione invernale e primaverile, la consueta lectura Dantis, dedicata al XII canto dell’Inferno e tenuta dal prof. Giancarlo Breschi, lectura seguita - come sempre - da un pubblico numeroso che ha riempito in ogni ordine di posti la sala delle conferenze del Palazzetto degli Anguillara.
Riunione del Comitato Scientifico e dei Curatori dei volumi
della «Nuova Edizione Commentata delle Opere di Dante»
(NECOD)
Nei giorni di venerdì 11 e sabato 12 giugno 2010 la Casa di Dante in Roma ha ospitato una riunione del Comitato Scientifico e dei collaboratori della NECOD, il consesso di illustri studiosi impegnati nell’allestimento della «Nuova Edizione Commentata delle Opere di Dante». L’ambizioso progetto intende fornire un nuovo corpus delle opere del sommo poeta, dalla Vita nuova alle Rime, dal Convivio al De vulgari eloquentia, alla Monarchia, fino alle Epistole, le Ecloghe, la Questio de aqua et terra, e naturalmente La Divina Commedia. Ogni opera verrà proposta in una nuova edizione criticamente riveduta, aggiornata ai più recenti risultati della filologia dantesca internazionale, e sarà corredata di un nuovo commento a sua volta in linea con le acquisizioni più avanzate della critica dantesca, idoneo a soddisfare le esigenze di una lettura moderna dell’opera di Dante, tanto dello specialista quanto del semplice lettore appassionato di Dante.
Il progetto è stato elaborato dal Centro Pio Rajna (http://www.centropiorajna.it/), fin dalla fondazione impegnato in importanti ricerche dantesche, tra le quali soprattutto notevoli il Censimento e l’Edizione Nazionale dei Commenti danteschi, la «Rivista di studi danteschi», la «Biblioteca storica dantesca», e naturalmente la NECOD. Prodotto di queste attività, oltre a decine di importanti volumi già pubblicati, una raccolta di riproduzioni digitali di quasi tutti i manoscritti del mondo contenenti commenti danteschi. Al Centro Pio Rajna si affianca, nella realizzazione dell’impresa – che è sostenuta dall’Istituto Banco di Napoli Fondazione e dalla Fondazione Banco di Sicilia –, la Casa di Dante in Roma. Il progetto della NECOD, onorato dall’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, nonché dal Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dei Beni Culturali, è stato presentato in una conferenza stampa a Palazzo Chigi il 18 gennaio 2010 (il filmato della presentazione è visibile in: http://www.centropiorajna.it / Nuova edizione commentata delle opere di Dante / Conferenza stampa / Video della conferenza stampa).
Nell’intenso e fruttuoso dibattito protrattosi per due giorni sono stati approfonditi e meglio definiti i criteri generali dell’Edizione, verificati anche sui primi “saggi di edizione” allestiti da molti dei Curatori, puntualizzati i tempi della elaborazione dei vari volumi (sostanzialmente confermati quelli annunciati nell’ opuscolo), precisate le procedure della realizzazione editoriale, affidata alla Salerno Editrice. Il Prof. Luca Azzetta si è assunto il meritorio e oneroso compito di coordinare le procedure di editing dei volumi che saranno avviati alla stampa, affidate a una équipe di giovani valorosi ricercatori.
Nell’occasione è stato anche annunciato il prossimo convegno del Centro Pio Rajna, che sarà dedicato al tema Leggere Dante oggi. I testi e l’esegesi: la manifestazione si svolgerà a Roma, presso la Casa di Dante, da lunedì 25 a mercoledì 27 ottobre 2005, e avrà lo scopo di focalizzare i problemi relativi ai testi e all’esegesi delle Opere di Dante (quindi anche dei suoi esegeti storici: con riferimento alla Edizione Nazionale dei Commenti danteschi), in rapporto a una lettura moderna dell’opera dantesca, tenuto anche conto dell'imminente settimo Centenario della sua morte.
CASA DI DANTE IN ROMA
VERBALE DI ASSEMBLEA STRAORDINARIA
Il giorno 6 luglio 2010, presso lo studio del Notaio Prof. Pasquale Landi in Roma, Via S. Caterina da Siena 46, previa regolare convocazione, è riunita l’assemblea straordinaria dei Soci della Casa di Dante in Roma per deliberare sul seguente
Ordine del giorno:
1. Approvazione del nuovo Statuto;
2. Varie ed eventuali.
Sono presenti: Prof. Enrico Malato, Consigliere Vicepresidente della Casa di Dante, Proff. Andrea Mazzucchi, Eugenio Ragni, Jacqueline Risset, Consiglieri, Prof.a Antonietta Bufano, Consigliere Segretario, Dott. Massimiliano Malavasi, Segretario amministrativo; Prof. Avv. Pasquale Landi, Socio onorario; nonché i Soci ordinari Prof. Vincenzo Cappelletti, Franco Eco, Dott.ssa Silvia Finazzi, Prof. Sergio Grillotti, Dott. Alessandro Masi, Dott.ssa Ingrid Reindell, Dott. Fulvio Salvatori, Dott. Mirjio Salvini, Avv. Roberto Volpi, che hanno sottoscritto il foglio delle presenze.
Sono inoltre rappresentati i Proff. Giancarlo Alfano, Luca Azzetta, Saverio Bellomo, Corrado Calenda, Dott. Massimiliano Corrado, Gennaro Ferrante, Proff. Raffaele Giglio, Francesco Montuori, Matteo Palumbo, Dott. Ciro Perna per delega al Prof. Andrea Mazzucchi; Dott. a Laura Balestra, Avv. Riccardo Della Vedova, Dott. Maurizio Fiorilla, Proff. Janos Kelemen, Mario Rendina, Dott. Stefano Salzani, Prof. Tullio Santelli, Sig. Filippo Sidoni per delega al Dott. Massimiliano Malavasi; Prof. a Lucia Battaglia Ricci, On. Raniero Benedetto, Proff. Piero Boitani, Stefano Carrai, Dott. Marco Clemente, Prof. Mauro Cursietti, Dott. Giancarlo Di Giovanni, Proff. Luciano Formisano, Giovanna Frosini, Alessandro Gandolfi, Padre Denis John Hallinan, Alberto Marinelli, Prof. Antonio Marzo, Roberto Mercuri, Dott.a Valentina Petaros Jeromela, Vincenzo Placella, Filippo Silvestri per delega al Prof. Enrico Malato; Proff.sa Giuseppina Brunetti, Rosanna Ianniccari, Adriana Mauriello, Luca Marcozzi, Dott.ssa Teresa Nocita, Dott. Giovanni Parillo per delega alla Dott. a Silvia Finazzi; Prof. Donato Pirovano, Dott. Sergio Felet, Dott.sa Gilda Policastro, per delega al Prof. Eugenio Ragni.
Sono assenti giustificati: Sen. Giulio Andreotti, Presidente della Casa di Dante, che delega il Prof. Enrico Malato; Proff. Marco Ariani (che delega la Dott. a Silvia Finazzi) e Luca Serianni (che delega il Dott. Massimiliano Malavasi), Consiglieri.
È altresì presente nella sua qualità di Notaio che assiste l’Assemblea straordinaria, a norma di legge, il Prof. Pasquale Landi
Assume la presidenza dell’Assemblea, in assenza del Presidente, il Vicepresidente, Prof. Enrico Malato, il quale ricorda ai presenti come da tempo fosse in programma un’assemblea straordinaria dei Soci della Casa di Dante per l’approvazione di un nuovo Statuto, deliberata poi dall’Assemblea ordinaria tenutasi presso la sede sociale martedì 18 maggio 2010.
Il Prof. Malato ricorda come l’esigenza di un nuovo Statuto, idoneo a rendere meglio regolamentata l’attività del glorioso sodalizio romano, si è affermata con forza nel corso dei contatti intercorsi negli ultimi anni con i responsabili dell’Amministrazione comunale di Roma, con i quali è stato a suo tempo messo a punto un testo, concordato con quei responsabili, che dovrebbe agevolare un rinnovamento della fisionomia e dell’attività della Casa di Dante, e con esso il superamento della situazione di tensione in essere tra la stessa Casa di Dante e il Comune di Roma, proprietario dell’immobile in cui dal 1921 è la sede del sodalizio. Il testo della bozza del nuovo Statuto è stato pubblicato nel sito Internet della Casa di Dante, dove tutti i Soci hanno potuto prenderne visione, come del resto avvertito nell’avviso di convocazione dell’assemblea. Rispetto a quel testo, l’unica variante proposta è stata la modifica di un passaggio del 1° comma dell’art. 8, Competenze del Consiglio direttivo, dove la formula «Il Consiglio direttivo è convocato […] almeno una volta ogni due mesi» andrebbe sostituita con «almeno una volta ogni tre mesi». Su questa proposta è chiamata a pronunciarsi l’Assemblea. Per il resto, c’è solo una più puntuale definizione del profilo, delle attività, dei compiti statutari dell’Ente. Notevole appare tuttavia in particolare la distinzione, all’art. 3, di varie categorie di Soci, che è una sostanziale novità rispetto alla situazione attuale. Sono previsti infatti i Soci “rifondatori”, “sostenitori”, “benemeriti”, “ordinari” e “onorari”: questi ultimi in realtà già introdotti nella prassi per delibera del Consiglio direttivo, i Soci “rifondatori” immaginati per favorire l’ingresso nella compagine sociale degli Enti territoriali romani (Comune, Regione, Provincia), dai quali si attende un sostegno finanziario all’attività dell’Ente, gli altri, “sostenitori” e “benemeriti”, mirati a dare un riconoscimento ufficiale a quei Soci che volessero dare un contributo più significativo del minimo stabilito per i Soci “ordinari” all’attività della Casa di Dante.
Prende allora la parola l’Avv. Prof. Pasquale Landi, il quale prende atto che sono personalmente presenti n. 15 (quindici) Soci, come risulta dal “Foglio firme-presenze” e legalmente rappresentati, per effetto di deleghe agli atti dell’Associazione, n. 47 (quarantasette) Soci e - quindi - complessivamente n. 62 (sessandue) Soci su un totale di n. 75 (settantacinque) Soci regolaramente inscritti nel “Libro Soci” della Casa di Dante e che quindi è stato raggiunto il numero legale che a norma di legge viene richiesto per effettuare la modifica di uno Statuto, numero fissato nei tre quarti dei Soci complessivi.
L’Avv. Prof. Pasquale Landi procede quindi alla lettura integrale del testo del nuovo statuto.
Si procede alla votazione: l’Assemblea approva all’unanimità il nuovo statuto.
Alle ore 17.30, null’altro essendoci da deliberare, l’Assemblea viene dichiarata chiusa.
Il Presidente
Prof. Enrico Malato
Il Segretario
Prof. Avv. Pasquale Landi
CASA DI DANTE
STATUTO
Art. 1. Costituzione, sede, scopi, durata.
La Società denominata Casa di Dante, costituita il 27 aprile 1914 ed eretta in ente morale con regio decreto del 16 luglio 1914, n. 796 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 12 agosto 1914, n. 192), ha lo scopo di promuovere conferenze e pubbliche letture di opere dantesche o connesse a queste, nonché di svolgere attività idonee a sostenere gli studi e a illustrare e favorire la migliore conoscenza della vita, dei tempi e delle opere del Poeta, curando, come recita lo Statuto storico della Società, di «mantenere in Roma una sede stabile al culto di Dante». Essa cura altresì la costituzione, l’aggiornamento e la gestione di una biblioteca specializzata, aperta al pubblico e attrezzata per attività di ricerca e di studio.
La Casa di Dante ha la sua sede nel Palazzo storico degli Anguillara, in Roma, Piazza Sidney Sonnino 5.
La Casa di Dante è un’associazione culturale apolitica e senza fini di lucro, e ha durata illimitata.
Art. 2. Patrimonio e redditi.
Il patrimonio della Società è costituito dai beni che essa ha acquisito all’atto della fondazione o pervenuti successivamente, a qualsiasi titolo giuridico, da chiunque abbia interesse a sostenerne l’attività. I suoi redditi sono costituiti dai contributi pubblici o di privati e dai versamenti dei Soci, nonché da eventuali proventi delle conferenze e di altre manifestazioni, o di pubblicazioni, e simili.
Art. 3. Soci.
Possono essere Soci della Casa di Dante persone fisiche e giuridiche, pubbliche o private, che hanno interesse a seguire o a sostenere l’attività dell’Ente.
I Soci si distinguono nelle seguenti categorie:
- Soci rifondatori;
- Soci sostenitori;
- Soci benemeriti;
- Soci ordinari;
- Soci onorari.
Sono Soci rifondatori gli Enti pubblici che, a séguito dell’adozione del nuovo Statuto, si impegnano a contribuire alla “rifondazione” della Casa di Dante, sostenendone l’attività con contribuzioni concordate con il Consiglio direttivo. La qualifica di Socio rifondatore si acquisisce per delibera del Consiglio direttivo, comunicata alla Prefettura di Roma. La qualifica di Socio rifondatore non è soggetta a scadenza o a decadenza se non per autonoma rinuncia del Socio.
Sono Soci sostenitori o benemeriti le persone fisiche o giuridiche che si impegnano a sostenere l’attività della Casa di Dante con contributi annuali di entità non inferiore al minimo stabilito dal Consiglio direttivo per ciascuna di queste categorie di Soci. La qualifica di Socio sostenitore o benemerito è soggetta a decadenza dopo due anni di inadempienza dell’obbligo contributivo nella misura prevista.
Sono Soci ordinari le persone fisiche o giuridiche che si impegnano a seguire l’attività della Casa di Dante e a sostenerla con il contributo annuale stabilito dal Consiglio direttivo per questa categoria di Soci.
Sono Soci onorari gli studiosi che si siano distinti per attività di ricerca e di studio sulla vita e l’opera di Dante, in Italia o all’estero, attestata da pubblicazioni o altra documentazione di riconosciuto rilievo; oppure personalità che abbiano contribuito in modo rilevante al consolidamento della struttura o allo sviluppo dell’attività della Casa di Dante. La qualifica di Socio onorario è attribuita con delibera unanime del Consiglio direttivo e non è soggetta a decadenza se non per autonoma rinuncia del Socio; nella prima delibera, la facoltà di nomina è estesa all’Assemblea generale dei Soci, che può deliberare a maggioranza dei presenti. I Soci onorari sono esonerati dall’obbligo del contributo annuale.
La qualifica di Socio, che implica l’obbligo di seguire l’attività della Casa di Dante e di parteciparvi come possibile, si acquisisce su domanda – o su proposta di altri Soci, accettata dall’interessato –, approvata con voto unanime del Consiglio direttivo. è ammesso lo scorrimento, a richiesta, dalla categoria di Socio sostenitore a quella di benemerito e da entrambe a quella di Socio ordinario, come il passaggio inverso, da questa alla seconda o alla prima.
La qualifica di Socio si perde per rinuncia o – su proposta del Consiglio direttivo – per decisione dell’Assemblea, che con la maggioranza assoluta dei suoi membri si pronuncia per la sospensione o l’esclusione del Socio quando questi non abbia adempiuto agli impegni assunti, oppure per comportamento scorretto o lesivo degli interessi della Società, o per altri gravi motivi per i quali sia giudicata inammissibile la sua permanenza nella Società stessa.
La delibera assembleare non è necessaria e la decadenza è automatica in caso di mancato pagamento della quota annuale per due annualità consecutive, previa notifica a mezzo di lettera raccomandata.
Art. 4. Organi di gestione.
Gli organi di gestione della Casa di Dante sono:
- Assemblea generale;
- Presidente;
- Consiglio direttivo;
- Segretario;
- Collegio dei Revisori dei conti.
Art. 5. Assemblea generale.
All’Assemblea generale partecipano con diritto di voto tutti i Soci in regola con il versamento delle quote sociali, quando dovute; i Soci persone giuridiche intervengono attraverso il proprio legale rappresentante o un suo delegato.
L’Assemblea generale può essere ordinaria o straordinaria.
L’Assemblea ordinaria è convocata dal Presidente almeno una volta all’anno, entro il mese di marzo, per l’approvazione dei bilanci.
L’Assemblea ordinaria discute, decide e approva a maggioranza il consuntivo e la relazione tecnico-morale-finanziaria della gestione della Casa di Dante, nonché il preventivo e il programma allegato. Essa procede inoltre, nei termini previsti dagli articoli 6 e 7 del presente Statuto, alla elezione del Presidente e dei membri del Consiglio direttivo.
L’Assemblea straordinaria è convocata per le modifiche dello Statuto sociale e delibera validamente con la maggioranza degli aventi diritto al voto.
L’Assemblea, tanto ordinaria quanto straordinaria, è convocata, anche fuori dalla sede della Casa di Dante, dal Presidente tutte le volte che lo ritenga necessario o ne sia richiesto da almeno un quarto dei suoi membri o dalla metà dei membri del Consiglio direttivo, mediante avviso da inviarsi agli associati almeno dieci giorni prima di quello fissato per l’adunanza e mediante affissione presso la sede sociale. L’avviso di convocazione dell’Assemblea straordinaria va inviata a mezzo di lettera raccomandata a.r., fax, posta elettronica o con procedura equivalente. In seconda o successiva convocazione l’Assemblea straordinaria è valida con la presenza di almeno un decimo dei Soci iscritti in regola con il versamento delle quote sociali.
L’avviso di convocazione deve contenere l’indicazione degli argomenti all’ordine del giorno.
L’Assemblea è presieduta dal Presidente della Casa di Dante e redige un verbale delle sue riunioni, a cura del Segretario o, in sua assenza, di uno dei Consiglieri a ciò designato dal Presidente.
Nelle riunioni dell’Assemblea ogni partecipante non può avere più di due deleghe. Non sono ammesse deleghe a terzi estranei alla Società.
Art. 6. Presidente.
Il Presidente della Casa di Dante convoca e presiede l’Assemblea generale, ordinaria e straordinaria, e il Consiglio direttivo.
Il Presidente è eletto dall’Assemblea tra i Soci e dura in carica cinque anni; può essere rieletto alla scadenza dell’incarico. In caso di vacanza della carica durante il quinquennio, il nuovo Presidente può essere designato dal Consiglio direttivo.
Il Presidente ha la legale rappresentanza della Casa di Dante e la rappresenta validamente di fronte a qualsiasi terzo in giudizio.
Il Presidente esercita i poteri di amministrazione della Casa di Dante su delega, generale o particolare, del Consiglio direttivo.
Art. 7. Consiglio direttivo.
Il Consiglio direttivo è composto da otto membri, compresi il Presidente e il Segretario, eletti dall’Assemblea generale tra i Soci, e dura in carica cinque anni; tutti i Consiglieri possono essere rieletti. Sono altresì membri di diritto permanente del Consiglio direttivo i Soci rifondatori.
I membri elettivi del Consiglio direttivo, eletti dall’Assemblea generale, durano in carica cinque anni. In caso di vacanze durante il quinquennio, fino alla metà del numero degli eletti, il Consiglio può cooptare i sostituti, che durano in carica fino alla scadenza naturale del Consiglio stesso. Qualora vengano a mancare più della metà dei Consiglieri eletti, l’intero Consiglio decade e il Presidente convoca l’Assemblea generale per l’elezione del nuovo Consiglio, che deve aver luogo entro due mesi.
Il Consiglio direttivo ha tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione, salvo delega, generale o particolare, al Presidente.
Il Consiglio direttivo è validamente costituito con la presenza della maggioranza dei membri in carica e delibera a maggioranza dei presenti. In caso di parità prevale il voto del Presidente.
Art. 8 - Competenze del Consiglio direttivo.
Il Consiglio direttivo è convocato, per iniziativa del Presidente, ogni volta che egli lo ritenga necessario, e comunque almeno una volta ogni tre mesi.
Il Consiglio direttivo coadiuva il Presidente nella direzione e nella gestione della Casa di Dante. Sono di sua competenza le seguenti attività, qui indicate tuttavia a titolo indicativo e non tassativo:
a) predisporre il programma dell’attività sociale, da portare all’approvazione della Assemblea generale, e curarne successivamente l’attuazione;
b) amministrare il patrimonio sociale, fissando l’entità delle quote annuali delle diverse categorie di Soci e pronunciandosi sull’accettazione di eventuali donazioni, lasciti o successioni di Soci o di terzi;
c) redigere, eventualmente con l’ausilio del Direttore amministrativo, il consuntivo e la relazione tecnico-morale-finanziaria dell’anno trascorso, nonché il preventivo e il programma allegato relativo all’anno che segue;
d) predisporre i regolamenti della Società e curarne l’attuazione;
e) curare l’organizzazione generale della Società;
f) studiare tutte le proposte e prendere tutte le iniziative giudicate convenienti per la piena attuazione dei fini istituzionali e per la salvaguardia degli interessi della Casa di Dante;
g) deliberare su ogni altra gestione relativa alla attività dell’Ente;
h) approvare, con votazione unanime, le domande o le proposte di adesione alla Casa di Dante, nonché le eventuali sospensioni o esclusioni. Le deliberazioni del Consiglio direttivo sono vincolanti per tutti i Soci della Casa di Dante.
Art. 9. Segretario.
Il Segretario è nominato dal Consiglio direttivo, su proposta del Presidente, dura in carica cinque anni ed è rieleggibile.
Il Segretario coadiuva il Presidente nella preparazione degli atti sociali e nella tenuta dei Libri contabili, redige su appositi Libri i verbali delle riunioni del Consiglio direttivo e della Assemblea generale, cura la conservazione dell’archivio storico, sovraintende alla compilazione e all’aggiornamento del Libro Soci, alla corrispondenza con i Soci e con i terzi per tutto ciò che attiene ai rapporti amministrativi con la Casa di Dante.
Art. 10. Vicepresidente, Direttore amministrativo.
Il Consiglio direttivo può nominare, tra i Consiglieri, un Vicepresidente, con funzioni vicarie del Presidente. Il Vicepresidente dura in carica fino alla scadenza del mandato di Consigliere, o fino alle sue dimissioni o revoca, e può avere il rinnovo dell’incarico.
Il Consiglio direttivo può eleggere, su proposta del Presidente, un Direttore amministrativo, scelto tra i suoi componenti, che dura in carica fino alla scadenza del mandato di Consigliere, oppure fino alle sue dimissioni o revoca. Il Direttore amministrativo sovraintende a tutta la gestione amministrativa della Società, in stretta collaborazione con il Presidente e con il Segretario.
Al Vicepresidente o al Direttore amministrativo compete, in caso di assenza o impedimento del Presidente, la rappresentanza giuridica della Casa di Dante.
I due incarichi, di Vicepresidente e di Direttore amministrativo, non possono coesistere.
Art. 11. Attività della Casa di Dante.
In attuazione dei suoi scopi istituzionali come definiti nell’art. 1, l’attività sociale potrà esplicarsi come segue:
a) organizzazione di un programma annuale di conferenze e pubbliche letture di opere di Dante o connesse a queste, affidate a studiosi di chiara fama, italiani o stranieri;
b) promozione e organizzazione di convegni, seminari, colloqui, mostre o altre iniziative culturali idonee a favorire la più ampia partecipazione di pubblico all’approfondimento delle problematiche dantesche;
c) promozione e organizzazione di corsi di cultura dantesca concordati con scuole e università, mirati a favorire la continuità e lo sviluppo dello studio di Dante nei curricula studiorum secondari e superiori;
d) organizzazione diretta, anche in collaborazione con istituzioni affini, di programmi di ricerca, su temi specifici indicati dall’Assemblea generale e approvati, per le implicazioni finanziarie, dal Consiglio direttivo;
e) incentivazione o sostegno di ricerche di terzi (persone fisiche, gruppi o enti), anche attraverso la concessione di finanziamenti, borse di studio o altre forme di sussidio stabiliti come sub d);
f) pubblicazione dei risultati delle ricerche e di ogni altra attività sociale che appaia meritevole di comunicazione, anche attraverso un bollettino periodico con una rubrica di “informazioni” sulle attività della Casa di Dante;
g) gestione della Biblioteca specializzata in dotazione all’Ente, curandone l’aggiornamen-to bibliografico, nonché l’attrezzatura con moderni strumenti di ricerca e l’apertura al pubblico in orari appropriati;
h) ogni altra iniziativa o attività giudicata conveniente per la piena attuazione dei fini istituzionali e per la salvaguardia degli interessi della Casa di Dante.
Art. 12. Collegio dei Revisori.
Ove siano superati i limiti previsti dall’art. 25 del decreto legislativo 460/97, l’Assemblea generale elegge il Collegio dei Revisori dei Conti.
Esso è composto da almeno tre membri effettivi e due supplenti, che durano in carica cinque anni e curano il controllo della regolarità degli atti amministrativi. Il Collegio prepara le conseguenti relazioni sui bilanci di previsione e consuntivo.
Art. 13. Rimborsi spese.
I membri degli organi collegiali potranno ricevere, per ogni riunione degli organi di appartenenza, un gettone di presenza, oltre all’ospitalità e al rimborso delle spese di viaggio, entro i limiti prestabiliti dal Consiglio direttivo, nel caso di convocazione fuori della sede di residenza.
Art. 14. Esercizio finanziario.
L’esercizio finanziario ha inizio il 1° gennaio e termina il 31 dicembre di ogni anno.
Gli eventuali avanzi della gestione saranno tassativamente destinati a totale vantaggio della Casa di Dante.
Art. 15. Disposizione di rinvio.
Per tutto quanto non espressamente previsto dal presente Statuto si fa riferimento al Codice Civile e alle leggi vigenti.
Approvazione del nuovo statuto
della Casa di Dante in Roma
Il Presidente, il Consiglio direttivo e l’Assemblea dei Soci della Casa di Dante in Roma sono lieti di comunicare che nella giornata di martedì 6 luglio 2010, presso lo Studio dell’Avv. Prof. Pasquale Landi, Notaio in Roma, è stato votato e approvato all’unanimità il testo del nuovo Statuto della storica Istituzione.
Il nuovo Statuto sostituisce quello approvato con regio decreto n. 1470 del 25 agosto 1920, che – dopo 90 anni di gloriosa militanza – appariva ormai troppo scarno e inadeguato all’attuale profilo dell’Ente. La nuova normativa interna costituisce l’agile e vigoroso strumento con il quale potrà essere meglio regolata l’attività della Casa di Dante e con essa – si spera – una fruttuosa collaborazione con la realtà territoriale in cui si trova ad operare, particolarmente nei suoi rapporti con il Comune di Roma, la Provincia di Roma, la Regione Lazio.
Il Presidente, il Consiglio direttivo e l’Assemblea dei Soci esprimono innanzitutto la propria soddisfazione per il risultato raggiunto e rinnovano, quale ineludibile contropartita della passione per Dante che li anima, l’auspicio che l’adozione del nuovo Statuto sia davvero l’occasione e il punto d’avvìo di una nuova stagione di attività feconda non meno della prima, in vista di due scadenze importanti quali il Centenario della propria fondazione (1913/2013) e il Settimo Centenario della morte di Dante (1321/2021).
CASA DI DANTE IN ROMA
VERBALE DI ASSEMBLEA STRAORDINARIA
Il giorno 6 luglio 2010, presso lo studio del Notaio Prof. Pasquale Landi in Roma, Via S. Caterina da Siena 46, previa regolare convocazione, è riunita l’assemblea straordinaria dei Soci della Casa di Dante in Roma per deliberare sul seguente
Ordine del giorno:
1. Approvazione del nuovo Statuto;
2. Varie ed eventuali.
Sono presenti: Prof. Enrico Malato, Consigliere Vicepresidente della Casa di Dante, Proff. Andrea Mazzucchi, Eugenio Ragni, Jacqueline Risset, Consiglieri, Prof.a Antonietta Bufano, Consigliere Segretario, Dott. Massimiliano Malavasi, Segretario amministrativo; Prof. Avv. Pasquale Landi, Socio onorario; nonché i Soci ordinari Prof. Vincenzo Cappelletti, Franco Eco, Dott.ssa Silvia Finazzi, Prof. Sergio Grillotti, Dott. Alessandro Masi, Dott.ssa Ingrid Reindell, Dott. Fulvio Salvatori, Dott. Mirjio Salvini, Avv. Roberto Volpi, che hanno sottoscritto il foglio delle presenze.
Sono inoltre rappresentati i Proff. Giancarlo Alfano, Luca Azzetta, Saverio Bellomo, Corrado Calenda, Dott. Massimiliano Corrado, Gennaro Ferrante, Proff. Raffaele Giglio, Francesco Montuori, Matteo Palumbo, Dott. Ciro Perna per delega al Prof. Andrea Mazzucchi; Dott. a Laura Balestra, Avv. Riccardo Della Vedova, Dott. Maurizio Fiorilla, Proff. Janos Kelemen, Mario Rendina, Dott. Stefano Salzani, Prof. Tullio Santelli, Sig. Filippo Sidoni per delega al Dott. Massimiliano Malavasi; Prof. a Lucia Battaglia Ricci, On. Raniero Benedetto, Proff. Piero Boitani, Stefano Carrai, Dott. Marco Clemente, Prof. Mauro Cursietti, Dott. Giancarlo Di Giovanni, Proff. Luciano Formisano, Giovanna Frosini, Alessandro Gandolfi, Padre Denis John Hallinan, Alberto Marinelli, Prof. Antonio Marzo, Roberto Mercuri, Dott.a Valentina Petaros Jeromela, Vincenzo Placella, Filippo Silvestri per delega al Prof. Enrico Malato; Proff.sa Giuseppina Brunetti, Rosanna Ianniccari, Adriana Mauriello, Luca Marcozzi, Dott.ssa Teresa Nocita, Dott. Giovanni Parillo per delega alla Dott. a Silvia Finazzi; Prof. Donato Pirovano, Dott. Sergio Felet, Dott.sa Gilda Policastro, per delega al Prof. Eugenio Ragni.
Sono assenti giustificati: Sen. Giulio Andreotti, Presidente della Casa di Dante, che delega il Prof. Enrico Malato; Proff. Marco Ariani (che delega la Dott. a Silvia Finazzi) e Luca Serianni (che delega il Dott. Massimiliano Malavasi), Consiglieri.
È altresì presente nella sua qualità di Notaio che assiste l’Assemblea straordinaria, a norma di legge, il Prof. Pasquale Landi
Assume la presidenza dell’Assemblea, in assenza del Presidente, il Vicepresidente, Prof. Enrico Malato, il quale ricorda ai presenti come da tempo fosse in programma un’assemblea straordinaria dei Soci della Casa di Dante per l’approvazione di un nuovo Statuto, deliberata poi dall’Assemblea ordinaria tenutasi presso la sede sociale martedì 18 maggio 2010.
Il Prof. Malato ricorda come l’esigenza di un nuovo Statuto, idoneo a rendere meglio regolamentata l’attività del glorioso sodalizio romano, si è affermata con forza nel corso dei contatti intercorsi negli ultimi anni con i responsabili dell’Amministrazione comunale di Roma, con i quali è stato a suo tempo messo a punto un testo, concordato con quei responsabili, che dovrebbe agevolare un rinnovamento della fisionomia e dell’attività della Casa di Dante, e con esso il superamento della situazione di tensione in essere tra la stessa Casa di Dante e il Comune di Roma, proprietario dell’immobile in cui dal 1921 è la sede del sodalizio. Il testo della bozza del nuovo Statuto è stato pubblicato nel sito Internet della Casa di Dante, dove tutti i Soci hanno potuto prenderne visione, come del resto avvertito nell’avviso di convocazione dell’assemblea. Rispetto a quel testo, l’unica variante proposta è stata la modifica di un passaggio del 1° comma dell’art. 8, Competenze del Consiglio direttivo, dove la formula «Il Consiglio direttivo è convocato […] almeno una volta ogni due mesi» andrebbe sostituita con «almeno una volta ogni tre mesi». Su questa proposta è chiamata a pronunciarsi l’Assemblea. Per il resto, c’è solo una più puntuale definizione del profilo, delle attività, dei compiti statutari dell’Ente. Notevole appare tuttavia in particolare la distinzione, all’art. 3, di varie categorie di Soci, che è una sostanziale novità rispetto alla situazione attuale. Sono previsti infatti i Soci “rifondatori”, “sostenitori”, “benemeriti”, “ordinari” e “onorari”: questi ultimi in realtà già introdotti nella prassi per delibera del Consiglio direttivo, i Soci “rifondatori” immaginati per favorire l’ingresso nella compagine sociale degli Enti territoriali romani (Comune, Regione, Provincia), dai quali si attende un sostegno finanziario all’attività dell’Ente, gli altri, “sostenitori” e “benemeriti”, mirati a dare un riconoscimento ufficiale a quei Soci che volessero dare un contributo più significativo del minimo stabilito per i Soci “ordinari” all’attività della Casa di Dante.
Prende allora la parola l’Avv. Prof. Pasquale Landi, il quale prende atto che sono personalmente presenti n. 15 (quindici) Soci, come risulta dal “Foglio firme-presenze” e legalmente rappresentati, per effetto di deleghe agli atti dell’Associazione, n. 47 (quarantasette) Soci e - quindi - complessivamente n. 62 (sessandue) Soci su un totale di n. 75 (settantacinque) Soci regolaramente inscritti nel “Libro Soci” della Casa di Dante e che quindi è stato raggiunto il numero legale che a norma di legge viene richiesto per effettuare la modifica di uno Statuto, numero fissato nei tre quarti dei Soci complessivi.
L’Avv. Prof. Pasquale Landi procede quindi alla lettura integrale del testo del nuovo statuto.
Si procede alla votazione: l’Assemblea approva all’unanimità il nuovo statuto.
Alle ore 17.30, null’altro essendoci da deliberare, l’Assemblea viene dichiarata chiusa.
Il Presidente
Prof. Enrico Malato
Il Segretario
Prof. Avv. Pasquale Landi
CASA DI DANTE
STATUTO
Art. 1. Costituzione, sede, scopi, durata.
La Società denominata Casa di Dante, costituita il 27 aprile 1914 ed eretta in ente morale con regio decreto del 16 luglio 1914, n. 796 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 12 agosto 1914, n. 192), ha lo scopo di promuovere conferenze e pubbliche letture di opere dantesche o connesse a queste, nonché di svolgere attività idonee a sostenere gli studi e a illustrare e favorire la migliore conoscenza della vita, dei tempi e delle opere del Poeta, curando, come recita lo Statuto storico della Società, di «mantenere in Roma una sede stabile al culto di Dante». Essa cura altresì la costituzione, l’aggiornamento e la gestione di una biblioteca specializzata, aperta al pubblico e attrezzata per attività di ricerca e di studio.
La Casa di Dante ha la sua sede nel Palazzo storico degli Anguillara, in Roma, Piazza Sidney Sonnino 5.
La Casa di Dante è un’associazione culturale apolitica e senza fini di lucro, e ha durata illimitata.
Art. 2. Patrimonio e redditi.
Il patrimonio della Società è costituito dai beni che essa ha acquisito all’atto della fondazione o pervenuti successivamente, a qualsiasi titolo giuridico, da chiunque abbia interesse a sostenerne l’attività. I suoi redditi sono costituiti dai contributi pubblici o di privati e dai versamenti dei Soci, nonché da eventuali proventi delle conferenze e di altre manifestazioni, o di pubblicazioni, e simili.
Art. 3. Soci.
Possono essere Soci della Casa di Dante persone fisiche e giuridiche, pubbliche o private, che hanno interesse a seguire o a sostenere l’attività dell’Ente.
I Soci si distinguono nelle seguenti categorie:
- Soci rifondatori;
- Soci sostenitori;
- Soci benemeriti;
- Soci ordinari;
- Soci onorari.
Sono Soci rifondatori gli Enti pubblici che, a séguito dell’adozione del nuovo Statuto, si impegnano a contribuire alla “rifondazione” della Casa di Dante, sostenendone l’attività con contribuzioni concordate con il Consiglio direttivo. La qualifica di Socio rifondatore si acquisisce per delibera del Consiglio direttivo, comunicata alla Prefettura di Roma. La qualifica di Socio rifondatore non è soggetta a scadenza o a decadenza se non per autonoma rinuncia del Socio.
Sono Soci sostenitori o benemeriti le persone fisiche o giuridiche che si impegnano a sostenere l’attività della Casa di Dante con contributi annuali di entità non inferiore al minimo stabilito dal Consiglio direttivo per ciascuna di queste categorie di Soci. La qualifica di Socio sostenitore o benemerito è soggetta a decadenza dopo due anni di inadempienza dell’obbligo contributivo nella misura prevista.
Sono Soci ordinari le persone fisiche o giuridiche che si impegnano a seguire l’attività della Casa di Dante e a sostenerla con il contributo annuale stabilito dal Consiglio direttivo per questa categoria di Soci.
Sono Soci onorari gli studiosi che si siano distinti per attività di ricerca e di studio sulla vita e l’opera di Dante, in Italia o all’estero, attestata da pubblicazioni o altra documentazione di riconosciuto rilievo; oppure personalità che abbiano contribuito in modo rilevante al consolidamento della struttura o allo sviluppo dell’attività della Casa di Dante. La qualifica di Socio onorario è attribuita con delibera unanime del Consiglio direttivo e non è soggetta a decadenza se non per autonoma rinuncia del Socio; nella prima delibera, la facoltà di nomina è estesa all’Assemblea generale dei Soci, che può deliberare a maggioranza dei presenti. I Soci onorari sono esonerati dall’obbligo del contributo annuale.
La qualifica di Socio, che implica l’obbligo di seguire l’attività della Casa di Dante e di parteciparvi come possibile, si acquisisce su domanda – o su proposta di altri Soci, accettata dall’interessato –, approvata con voto unanime del Consiglio direttivo. è ammesso lo scorrimento, a richiesta, dalla categoria di Socio sostenitore a quella di benemerito e da entrambe a quella di Socio ordinario, come il passaggio inverso, da questa alla seconda o alla prima.
La qualifica di Socio si perde per rinuncia o – su proposta del Consiglio direttivo – per decisione dell’Assemblea, che con la maggioranza assoluta dei suoi membri si pronuncia per la sospensione o l’esclusione del Socio quando questi non abbia adempiuto agli impegni assunti, oppure per comportamento scorretto o lesivo degli interessi della Società, o per altri gravi motivi per i quali sia giudicata inammissibile la sua permanenza nella Società stessa.
La delibera assembleare non è necessaria e la decadenza è automatica in caso di mancato pagamento della quota annuale per due annualità consecutive, previa notifica a mezzo di lettera raccomandata.
Art. 4. Organi di gestione.
Gli organi di gestione della Casa di Dante sono:
- Assemblea generale;
- Presidente;
- Consiglio direttivo;
- Segretario;
- Collegio dei Revisori dei conti.
Art. 5. Assemblea generale.
All’Assemblea generale partecipano con diritto di voto tutti i Soci in regola con il versamento delle quote sociali, quando dovute; i Soci persone giuridiche intervengono attraverso il proprio legale rappresentante o un suo delegato.
L’Assemblea generale può essere ordinaria o straordinaria.
L’Assemblea ordinaria è convocata dal Presidente almeno una volta all’anno, entro il mese di marzo, per l’approvazione dei bilanci.
L’Assemblea ordinaria discute, decide e approva a maggioranza il consuntivo e la relazione tecnico-morale-finanziaria della gestione della Casa di Dante, nonché il preventivo e il programma allegato. Essa procede inoltre, nei termini previsti dagli articoli 6 e 7 del presente Statuto, alla elezione del Presidente e dei membri del Consiglio direttivo.
L’Assemblea straordinaria è convocata per le modifiche dello Statuto sociale e delibera validamente con la maggioranza degli aventi diritto al voto.
L’Assemblea, tanto ordinaria quanto straordinaria, è convocata, anche fuori dalla sede della Casa di Dante, dal Presidente tutte le volte che lo ritenga necessario o ne sia richiesto da almeno un quarto dei suoi membri o dalla metà dei membri del Consiglio direttivo, mediante avviso da inviarsi agli associati almeno dieci giorni prima di quello fissato per l’adunanza e mediante affissione presso la sede sociale. L’avviso di convocazione dell’Assemblea straordinaria va inviata a mezzo di lettera raccomandata a.r., fax, posta elettronica o con procedura equivalente. In seconda o successiva convocazione l’Assemblea straordinaria è valida con la presenza di almeno un decimo dei Soci iscritti in regola con il versamento delle quote sociali.
L’avviso di convocazione deve contenere l’indicazione degli argomenti all’ordine del giorno.
L’Assemblea è presieduta dal Presidente della Casa di Dante e redige un verbale delle sue riunioni, a cura del Segretario o, in sua assenza, di uno dei Consiglieri a ciò designato dal Presidente.
Nelle riunioni dell’Assemblea ogni partecipante non può avere più di due deleghe. Non sono ammesse deleghe a terzi estranei alla Società.
Art. 6. Presidente.
Il Presidente della Casa di Dante convoca e presiede l’Assemblea generale, ordinaria e straordinaria, e il Consiglio direttivo.
Il Presidente è eletto dall’Assemblea tra i Soci e dura in carica cinque anni; può essere rieletto alla scadenza dell’incarico. In caso di vacanza della carica durante il quinquennio, il nuovo Presidente può essere designato dal Consiglio direttivo.
Il Presidente ha la legale rappresentanza della Casa di Dante e la rappresenta validamente di fronte a qualsiasi terzo in giudizio.
Il Presidente esercita i poteri di amministrazione della Casa di Dante su delega, generale o particolare, del Consiglio direttivo.
Art. 7. Consiglio direttivo.
Il Consiglio direttivo è composto da otto membri, compresi il Presidente e il Segretario, eletti dall’Assemblea generale tra i Soci, e dura in carica cinque anni; tutti i Consiglieri possono essere rieletti. Sono altresì membri di diritto permanente del Consiglio direttivo i Soci rifondatori.
I membri elettivi del Consiglio direttivo, eletti dall’Assemblea generale, durano in carica cinque anni. In caso di vacanze durante il quinquennio, fino alla metà del numero degli eletti, il Consiglio può cooptare i sostituti, che durano in carica fino alla scadenza naturale del Consiglio stesso. Qualora vengano a mancare più della metà dei Consiglieri eletti, l’intero Consiglio decade e il Presidente convoca l’Assemblea generale per l’elezione del nuovo Consiglio, che deve aver luogo entro due mesi.
Il Consiglio direttivo ha tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione, salvo delega, generale o particolare, al Presidente.
Il Consiglio direttivo è validamente costituito con la presenza della maggioranza dei membri in carica e delibera a maggioranza dei presenti. In caso di parità prevale il voto del Presidente.
Art. 8 - Competenze del Consiglio direttivo.
Il Consiglio direttivo è convocato, per iniziativa del Presidente, ogni volta che egli lo ritenga necessario, e comunque almeno una volta ogni tre mesi.
Il Consiglio direttivo coadiuva il Presidente nella direzione e nella gestione della Casa di Dante. Sono di sua competenza le seguenti attività, qui indicate tuttavia a titolo indicativo e non tassativo:
a) predisporre il programma dell’attività sociale, da portare all’approvazione della Assemblea generale, e curarne successivamente l’attuazione;
b) amministrare il patrimonio sociale, fissando l’entità delle quote annuali delle diverse categorie di Soci e pronunciandosi sull’accettazione di eventuali donazioni, lasciti o successioni di Soci o di terzi;
c) redigere, eventualmente con l’ausilio del Direttore amministrativo, il consuntivo e la relazione tecnico-morale-finanziaria dell’anno trascorso, nonché il preventivo e il programma allegato relativo all’anno che segue;
d) predisporre i regolamenti della Società e curarne l’attuazione;
e) curare l’organizzazione generale della Società;
f) studiare tutte le proposte e prendere tutte le iniziative giudicate convenienti per la piena attuazione dei fini istituzionali e per la salvaguardia degli interessi della Casa di Dante;
g) deliberare su ogni altra gestione relativa alla attività dell’Ente;
h) approvare, con votazione unanime, le domande o le proposte di adesione alla Casa di Dante, nonché le eventuali sospensioni o esclusioni. Le deliberazioni del Consiglio direttivo sono vincolanti per tutti i Soci della Casa di Dante.
Art. 9. Segretario.
Il Segretario è nominato dal Consiglio direttivo, su proposta del Presidente, dura in carica cinque anni ed è rieleggibile.
Il Segretario coadiuva il Presidente nella preparazione degli atti sociali e nella tenuta dei Libri contabili, redige su appositi Libri i verbali delle riunioni del Consiglio direttivo e della Assemblea generale, cura la conservazione dell’archivio storico, sovraintende alla compilazione e all’aggiornamento del Libro Soci, alla corrispondenza con i Soci e con i terzi per tutto ciò che attiene ai rapporti amministrativi con la Casa di Dante.
Art. 10. Vicepresidente, Direttore amministrativo.
Il Consiglio direttivo può nominare, tra i Consiglieri, un Vicepresidente, con funzioni vicarie del Presidente. Il Vicepresidente dura in carica fino alla scadenza del mandato di Consigliere, o fino alle sue dimissioni o revoca, e può avere il rinnovo dell’incarico.
Il Consiglio direttivo può eleggere, su proposta del Presidente, un Direttore amministrativo, scelto tra i suoi componenti, che dura in carica fino alla scadenza del mandato di Consigliere, oppure fino alle sue dimissioni o revoca. Il Direttore amministrativo sovraintende a tutta la gestione amministrativa della Società, in stretta collaborazione con il Presidente e con il Segretario.
Al Vicepresidente o al Direttore amministrativo compete, in caso di assenza o impedimento del Presidente, la rappresentanza giuridica della Casa di Dante.
I due incarichi, di Vicepresidente e di Direttore amministrativo, non possono coesistere.
Art. 11. Attività della Casa di Dante.
In attuazione dei suoi scopi istituzionali come definiti nell’art. 1, l’attività sociale potrà esplicarsi come segue:
a) organizzazione di un programma annuale di conferenze e pubbliche letture di opere di Dante o connesse a queste, affidate a studiosi di chiara fama, italiani o stranieri;
b) promozione e organizzazione di convegni, seminari, colloqui, mostre o altre iniziative culturali idonee a favorire la più ampia partecipazione di pubblico all’approfondimento delle problematiche dantesche;
c) promozione e organizzazione di corsi di cultura dantesca concordati con scuole e università, mirati a favorire la continuità e lo sviluppo dello studio di Dante nei curricula studiorum secondari e superiori;
d) organizzazione diretta, anche in collaborazione con istituzioni affini, di programmi di ricerca, su temi specifici indicati dall’Assemblea generale e approvati, per le implicazioni finanziarie, dal Consiglio direttivo;
e) incentivazione o sostegno di ricerche di terzi (persone fisiche, gruppi o enti), anche attraverso la concessione di finanziamenti, borse di studio o altre forme di sussidio stabiliti come sub d);
f) pubblicazione dei risultati delle ricerche e di ogni altra attività sociale che appaia meritevole di comunicazione, anche attraverso un bollettino periodico con una rubrica di “informazioni” sulle attività della Casa di Dante;
g) gestione della Biblioteca specializzata in dotazione all’Ente, curandone l’aggiornamen-to bibliografico, nonché l’attrezzatura con moderni strumenti di ricerca e l’apertura al pubblico in orari appropriati;
h) ogni altra iniziativa o attività giudicata conveniente per la piena attuazione dei fini istituzionali e per la salvaguardia degli interessi della Casa di Dante.
Art. 12. Collegio dei Revisori.
Ove siano superati i limiti previsti dall’art. 25 del decreto legislativo 460/97, l’Assemblea generale elegge il Collegio dei Revisori dei Conti.
Esso è composto da almeno tre membri effettivi e due supplenti, che durano in carica cinque anni e curano il controllo della regolarità degli atti amministrativi. Il Collegio prepara le conseguenti relazioni sui bilanci di previsione e consuntivo.
Art. 13. Rimborsi spese.
I membri degli organi collegiali potranno ricevere, per ogni riunione degli organi di appartenenza, un gettone di presenza, oltre all’ospitalità e al rimborso delle spese di viaggio, entro i limiti prestabiliti dal Consiglio direttivo, nel caso di convocazione fuori della sede di residenza.
Art. 14. Esercizio finanziario.
L’esercizio finanziario ha inizio il 1° gennaio e termina il 31 dicembre di ogni anno.
Gli eventuali avanzi della gestione saranno tassativamente destinati a totale vantaggio della Casa di Dante.
Art. 15. Disposizione di rinvio.
Per tutto quanto non espressamente previsto dal presente Statuto si fa riferimento al Codice Civile e alle leggi vigenti.
Presentazione dei tre volumi degli Esperimenti danteschi
Venerdì 22 ottobre alle ore 17.30 lo storico salone delle conferenze della Casa di Dante in Roma ha ospitato la presentazione dei tre volumi Esperimenti danteschi (Genova, Marietti, 2009-2010). La pubblicazione raccoglie i testi delle Lecturae Dantis tenute presso l’Università degli Studi di Milano tra il 2008 e il 2010. L’iniziativa è sorta per volontà di un gruppo di studenti che ha organizzato un primo ciclo di letture critiche dell’intero poema dantesco tra il 2005 e il 2007 e quindi, al termine del secondo ciclo, ha affrontato la coraggiosa prova della pubblicazione delle conferenze.
Il Prof. Enrico Malato, Vicepresidente della Casa di Dante in Roma, ha portato ai relatori e ai convenuti il saluto del Presidente, Sen. Giulio Andreotti. Quindi ha comunicato la soddisfazione del nostro Ente nel concedere la propria storica sede per “tenere a battesimo” l’approdo editoriale di un nuovo ciclo di lecturae dantesche, sottolineando come tale evento ben si inserisca nel programma di rinnovamento della gloriosa istituzione romana e di ampliamento delle sue offerte culturali rivolte al pubblico degli appassionati e degli studiosi di Dante.
Ha quindi preso la parola il dott. Tommaso Montorfano, membro del comitato organizzatore degli Esperimenti danteschi, il quale ha illustrato la storia dell’iniziativa e le finalità del gruppo di studenti che la promosse ormai sei anni fa. A fronte della ristrutturazione della didattica universitaria che ha eliminato dai programmi dei corsi accademici lo studio integrale della Commedia, alcuni giovani appassionati di Dante si proposero di importare nel capoluogo lombardo la tradizione delle Lecturae Dantis, cercando tra i docenti dell’Ateneo milanese, e non solo milanese, il necessario ausilio di informazioni e competenze.
Con l’entusiasmo fornito dall’età e dall’amore per la Commedia, e grazie al contributo di docenti universitari milanesi - tra i quali è stata ricordata la compianta prof.ssa Violetta De Angelis, immaturamente scomparsa nella scorsa primavera, - e della stessa Università di Milano, che ha sostenuto gli oneri organizzativi, è stato possibile creare quella rete di relazioni che ha permesso di portare sulla cattedra del locale ateneo i migliori dantisti italiani e stranieri.
Ha preso poi la parola il Prof. Andrea Battistini, il quale ha presentato i contenuti dei tre volumi valorizzando l’originale impostazione per cui ogni relatore ha trattato gruppi di canti contigui (dai due ai tre canti), in un’ottica che, rispetto alla tradizionale ermeneutica delle lecturae, centrate su un unico canto, ha favorito l’individuazione delle trame narrative della Commedia e ha messo a fuoco i richiami lessicali e tematici capaci di saldare i vari momenti del racconto anche a livello della coesione testuale intermedia tra la struttura complessiva del poema e l’unità-canto. Il Prof. Battistini ha inoltre dichiarato apprezzamento per la marcata presenza di critici americani, che favorisce il dialogo tra prospettive, sensibilità e metodi ermeneutici diversi di studiosi del vecchio e del nuovo continente.
Infine ha preso la parola il Prof. Matteo Palumbo, il quale ha evidenziato come i saggi dei tre volumi diano conferma dell’avvenuta riscoperta dell’importanza del contributo dell’antica esegesi alla Commedia, rilevando come di frequente i relatori abbiano fatto riferimento agli scritti sul poema apparsi nel primo secolo di vita dell’opera. Una tendenza alla quale va associato l’interesse per l’apparato decorativo dei manoscritti tre-quattrocenteschi del poema dantesco, spesso veri e propri “commenti figurati”, anche questi opportunamente presi in considerazione dagli studiosi che hanno contribuito ai volumi.
LEGGERE DANTE OGGI
I TESTI, L’ESEGESI
Nei giorni di lunedì 25 e martedì 26 e nella mattinata di mercoledì 27 novembre 2010 si è tenuto alla Casa di Dante in Roma il convegno-seminario “Leggere Dante oggi. I testi, l’esegesi”. L’iniziativa è stata promossa dal Centro Pio Rajna - Centro di studi per la ricerca letteraria, linguistica e filologica, l’ente culturale che si è impegnato nella coraggiosa impresa di realizzare la «Nuova Edizione Commentata delle Opere di Dante (NECOD)», impresa per la quale si avvale della collaborazione della Casa di Dante in Roma. Il convegno-seminario ha ospitato quindi le relazioni degli studiosi impegnati nella realizzazione della «Nuova Edizione» dell’intero corpus delle opere di Dante: dalla riflessione sulla storia della tradizione dei diversi testi danteschi, alle conseguenti scelte sul piano ecdotico, all’impostazione dei diversi livelli degli apparati di commento, che vogliono proporsi a un tempo come bilancio e approfondimento delle più recenti teorie esegetiche, ma anche come guida rivolta ai lettori non specialisti desiderosi di entrare nel vivo del ricco dibattito ermeneutico relativo agli scritti di Dante.
La prima giornata è stata aperta dai saluti del Vicepresidente della Regione Lazio, On. Luciano Ciocchetti. Quindi, sotto la presidenza del Prof. Marco Ariani, hanno tenuto i loro interventi il Proff. Enrico Malato (Leggere Dante nel XXI secolo: un nuovo progetto editoriale. La ‘Commedia’), Corrado Calenda (La ‘Vita nuova’), Furio Brugnolo (Le ‘Rime’). Nel pomeriggio ha presieduto il Prof. Matteo Palumbo e hanno svolto le loro relazioni i Proff. Andrea Mazzucchi (Il ‘Convivio’) ed Enrico Fenzi (Il ‘De vulgari eloquentia’).
Nella giornata di martedì 26 il Prof. Pasquale Stoppelli ha coordinato i lavori durante i quali il Prof. Andrea Tabarroni ha esposto le linee del suo lavoro per la nuova edizione della Monarchia e il Prof. Luciano Formisano ha presentato i criteri della sua nuova edizione delle due opere di dubbia paternità dantesca, ma tradizionalmente incluse nel canone critico relativo al poeta fiorentino, il Fiore e il Detto d’Amore. Nel pomeriggio della stessa giornata, sotto la presidenza del Prof. Renzo Bragantini, il Prof. Paolo Mastandrea ha illustrato il metodo che guiderà le scelte testuali del volume dedicato alle Opere già attribuite a Dante e altri documenti danteschi; la Prof.ssa Teresa De Robertis ha trattato delle questioni ecdotiche relative al Codice diplomatico dantesco, infine i Proff. Maurizio Fiorilla e Monica Berté hanno illustrato i criteri che li guideranno nell’allestimento del volume de Le antiche 'Vite di Dante’. Le due giornate hanno anche ospitato altri interventi a margine delle relazioni sullo stato dei lavori della «Nuova Edizione Commentata delle Opere di Dante », interventi che hanno arricchito il dibattito sulle questioni attualmente più vive del lavoro critico sul poeta fiorentino: dalla riflessione di Massimiliano Corrado su L’ ‘Expositione’ dantesca di frate Accursio Bonfantini; a quella di Gennaro Ferrante In margine al ‘Censimento dei commenti danteschi’: un’inedita quattrocentesca vita di Dante; al contributo di Marco Grimaldi Notizie da una traduzione: gli studi danteschi di Edward Moore, alla relazione di Michele Rinaldi, Per una nuova edizione della ‘Declaratio super Comediam Dantis’ di Guido da Pisa; fino all’approfondimento di Sergio Russo su Dante nella storiografia fiorentina tra Tre e Cinquecento: la ‘Commedia’ come fonte storica, e alle note di Paolo Trama su La questione dell’ “imagery” nel dantismo di Irma Brandeis.
La terza giornata, coordinata dal Prof. Alberto Varvaro, ha ospitato infine un ricco e fecondo dibattito che ha visto i Proff. Marco Ariani, Luca Azzetta, Teresa De Robertis, Diego Ellero, Alfonso Maierú, Paola Manni, Francesco Montuori, Pasquale Stoppelli confrontarsi su idee, metodi, scelte e opinioni, riflettendo sulle complesse questioni ecdotiche e critiche sollevate dall’impresa della « Nuova Edizione Commentata delle Opere di Dante ».
Numerosissima la partecipazione del pubblico che per due giorni e mezzo ha costantemente presidiato il salone delle conferenze della Casa di Dante in Roma: un pubblico variegato, composto dei maggiori dantisti italiani venuti a partecipare come osservatori ai lavori, di numerosi studenti delle università romane, dei semplici appassionati delle opere di Dante. Una partecipazione che ha arricchito di valore il successo di un’iniziativa che, già compiutasi a livello scientifico nel confronto tra i più illustri studiosi dell’opera di Dante, può anche vantare il risultato di una sentita partecipazione di pubblico, a documento dell’idoneità dell’Istituzione a parlare non solo agli specialisti ma anche agli amanti della poesia del poeta fiorentino. Segno altresì delle potenzialità della Casa di Dante in Roma quale fulcro di una rinascita degli studi nazionali sul sommo poeta in vista del Settimo Centenario della morte di Dante (1321-2021) e prova del rinnovato impegno dell’Istituzione nello svolgere un’attività di alto profilo capace di valorizzare la prestigiosa sede del Palazzetto degli Anguillara al meglio delle sue possibilità proponendosi così alla cittadinanza romana come uno dei più vivi centri culturali dell’urbe.
Conferenza di S. Eminenza il Cardinal Gianfranco Ravasi
La terra di Gerusalemme come madrepatria universale
Casa di Dante in Roma 1° dicembre 2010
Mercoledì 1° dicembre 2010 la Casa di Dante in Roma ha avuto l’onore e il piacere di ospitare un’iniziativa promossa dall’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, la conferenza di S. Eminenza il Cardinal Gianfranco Ravasi sul tema La terra di Gerusalemme come madrepatria universale.
Hanno introdotto la serata alcune parole di Francesco Sicilia, già Direttore Generale della Direzione Generale dei Beni Librari e gli Istituti Culturali e attualmente Preside della Sezione Roma dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, e quindi un intervento del Prof. Enrico Malato, Docente dell’Università «Federico II» di Napoli e Vicepresidente della Casa di Dante in Roma, il quale che ha ricordato il ruolo che la città di Gerusalemme svolse nell’immaginario del Medioevo europeo e la sua importanza geografica e spirituale nel pensiero di Dante.
Ha quindi preso la parola il Cardinal Ravasi che ha dapprima illustrato le evidenze archeologiche e monumentali del sito e l’etimologia della toponomastica mettendole in rapporto con la cultura accadica e sumerica. Quindi ha ripercorso la tradizione rabbinica e cabalistica relativa al valore mistico della città, considerata dalla tradizione ebraica come l’omphalos del mondo e del Creato, delineando il patrimonio di teorie filosofiche e composizioni poetiche nelle quali si ritrova la celebrazione di Gerusalemme quale concreta incarnazione del patto dell’ “Antica alleanza” tra il popolo di Israele e Jahweh. Infine ha approfondito la concezione cristiana del ruolo di Gerusalemme quale fondamento della sacralità della realtà geografica del pianeta e fulcro della storia della Redenzione, sottolineando come la vocazione universalistica del messaggio cristiano travalichi però ogni forma di attaccamento alla specifica realtà terrena della città per farne semmai una metafora spirituale che lascia libero mandato di attuazione dell’esperienza religiosa in ogni angolo del pianeta.
Numerosissima la presenza del pubblico che ha affollato la sala delle conferenze del Palazzetto degli Anguillara esaurendo tutti i posti disponibili e che ha costretto i ritardatari all’ascolto in piedi della conferenza.
La “Casa di Dante” in Roma apre le porte per la “Notte dei Musei”:
strepitosa partecipazione di pubblico
È stato un grande successo: ben piú di 2000 persone hanno visitato la Casa di Dante nella serata di sabato 16 maggio in occasione dell’apertura straordinaria della nostra sede stabilita in accordo con il Comune di Roma e con la collaborazione di Zetemper la “Notte dei Musei”, la grande manifestazione internazionale che ha visto i musei delle grandi città europee restare aperti al pubblico fino a tarda notte.
Il Palazzo degli Anguillara si è mostrato nella sua rinnovata bellezza, con le nuove guide, i pavimenti di nuovo lucidati, le piante potate, la torre illuminata, e con l’apertura di ambienti solitamente chiusi quali la “Stanza dei Seminari”, la “Stanza degli Armadi Veneziani”, che si sono aggiunte alla “Sala delle riunioni” e a quella del “Presidente” nel far da corona alla splendida “Sala delle Conferenze”, aperta tutte le domeniche dell’anno in cui si tengono le tradizionali Lecturae Dantis che richiamano l’attenzione di appassionati e studiosi che, da quasi cento anni, accorrono all’ascolto della lettura dei canti della Divina Commedia e della loro intepretazione offerta dai massimi nomi della dantistica nazionale e internazionale.
Appena all’ingresso, un grande monitor proiettava a ripetizione Le La du Monde, un cortometraggio realizzato dalla “Compagnie Tempo Cantabile”, che è andata in giro per il mondo a chiedere a passanti di ogni età, nazione e professione di recitare versi danteschi consegnandoci cosí un quadro davvero vivido della freschezza con la quale la parola dantesca viene anche oggi vissuta come un’immediata emozione intellettuale e sentimentale da lettori di ogni luogo.
Sotto gli archi del cortile e nella “Stanza degli Armadi Veneziani”, le vetrinette espositive sono state riempite con immagini tratte dai libri illustrati della Divina Commedia a costituire un percorso visivo attraverso i 100 canti del “Poema Sacro” riletto in chiave pittorica da artisti di ogni tempo e nazionalità, da Flaxman a Dalí, da Dorè a Gottuso, dalle miniature del ms. Urbinate a Volkmann, da Botticelli a Zuccari, in un continuo sovrapporsi di tecniche e di stili cromatici e visivi, tutti tesi a tradurre in immagini il vigore figurativo del linguaggio dantesco.
Ma il clou della serata è stato naturalmente lo spettacolo di Mariateresa Martuscello che per quasi quattro ore è salita sulla pedana della “Sala delle Conferenze” interpretando i canti della Divina Commedia con la sua recitazione intensa e appassionata con la quale ha proposto
sia alcuni capisaldi del percorso narrativo e ideologico del poema dantesco (come i canti iniziali delle tre cantiche) sia i momenti, i personaggi, i passaggi che piú avevano colpito la fantasia degli spettatori presenti nella loro personale pratica di lettura della Commedia, spettatori i quali, suggerendo all’attrice quei passi, hanno soddisfatto, con grande emozione, il piacere di vedere e ascoltare la Martuscello rievocare per loro verso per verso le parole di Dante.
Il grande plauso riscosso dalla manifestazione ci incoraggia non solo a proseguire con la tradizionale attività della Casa di Dante, ma anche ad ampliare l’azione di promozione della conoscenza della Divina Commedia con iniziative analoghe a questa del 16 maggio, tese a valorizzare il dialogo che l’opera dantesca intesse con incredibile profitto con tutte le Muse, dalla recitazione, alla pittura, alla musica, alla cinematografia, iniziative che renderemo note attraverso il sito e attraverso la nostra mailing list alla quale è possibile iscriversi semplicemente scrivendo a info@casadidanteinroma.it.
Presentazione della nuova edizione della Bibliografia dantesca
di Paul Colomb de Batines
Nell’ambito delle nuove iniziative culturali promosse dalla Casa di Dante in Roma, dopo la Notte dei Musei si è tenuta nella Sede del Palazzetto degli Anguillara, nella giornata di giovedì 18 giugno 2009, la presentazione della recente ristampa del libro di Paul Colomb de Batines, Bibliografia dantesca ossia Catalogo delle edizioni, traduzioni, codici manoscritti e comenti della ‘Divina Commedia’ e delle opere minori di Dante, seguito dalla serie de’ biografi di lui, Roma, Salerno Editrice («Biblioteca storica dantesca», 3), 2008.
La presentazione è stata tenuta dal prof. Enrico Malato, docente di letteratura italiana presso l’Università «Federico II» di Napoli e Vicepresidente della Casa di Dante, da Andrea Mazzucchi, professore di Linguistica italiana presso lo stesso ateneo e Consigliere della Casa di Dante, e dal prof. Luca Serianni, professore di storia della lingua italiana presso l’Università «La Sapienza» di Roma, anch’egli recentemente eletto consigliere della nostra istituzione.
Il prof. Enrico Malato ha dapprima illustrato l’attuale situazione della Casa di Dante: da molti anni la nostra istituzione languiva in una condizione di stentata sopravvivenza e solo recentemente, per lo sforzo del presidente, del vicepresidente, dei consiglieri e del responsabile della segreteria, si è dato un nuovo impulso all’ente cercando di rispondere alla sempre maggiore richiesta avanzata da parte degli appassionati e degli studiosi di iniziative centrate sulla figura e l’opera di Dante. Così, dopo l’apertura straordinaria della Casa di Dante nella serata del 16 maggio, con la mostra di libri danteschi illustrati e la recitazione dei canti della Commedia ad opera dell’attrice Mariateresa Martuscello, le prossime stagioni vedranno il tradizionale ciclo di letture venire affiancato da presentazioni di libri, conferenze dantesche infrasettimanali, seminari di studiosi italiani e stranieri su vari aspetti della cultura e dell’opera dantesca. A tal fine la Casa di Dante ha anche avviato un dialogo con il Comune di Roma perché si possa al più presto raggiungere un accordo tra tale organo istituzionale e il nostro ente e promuove una proficua collaborazione che possa garantire e favorire il rinnovato slancio organizzativo di cui si è detto.
Quindi il prof. Malato ha presentato la figura e l’attività del bibliografo francese Paul Colomb de Batines (Gap, 1811-Firenze, 1855), il quale, conquistato – come sembra – all’amore per Dante da alcune lezioni tenute alla Sorbonne da Abel-François Villemain negli anni 1828-1830, si trasferì poco dopo a Firenze, dove si dedicò alla ricerca bibliografica dantesca con grande rigore e straordinaria fortuna realizzando questa eccezionale Bibliografia dantesca che apparve subito e si conferma dopo oltre un secolo e mezzo uno strumento prezioso, imprescindibile per ogni ricerca storica su Dante e l’opera sua. Stampata in soli 150 esemplari, l’opera divenne presto rarissima, ed è infatti presente in poche biblioteche del mondo, ed è più citata che realmente frequentata, fatto che lo ha spinto, in qualità di Presidente della Salerno Editrice, a promuovere un’edizione anastatica che accoglie insieme ai due tomi originali il tomo dell’Indice generale e quello delle Giunte e correzioni, offrendo dunque la nuova possibilità di una più ampia fruizione, resa più agevole e utile da un congruo corredo di moderni strumenti di consultazione.
Ha quindi preso la parola il prof. Andrea Mazzucchi il quale, illustrando i contenuti del volume, ha sottolineato come per la prima volta, attraverso questa intelligente operazione editoriale, si riuniscano insieme tre libri: l’imponente Bibliografia dantesca di Paul Colomb de Batines, i preziosi indici pubblicati a Bologna nel 1883 da Alberto Bacchi della Lega e le Giunte e correzioni inedite pubblicate da Guido Biagi a Firenze presso Sansoni nel 1888. Ad arricchire la ristampa anastatica si aggiunge l’utile postfazione firmata da Stefano Zamponi che ricostruisce, sulla base di numerosi documenti inediti, la biografia intellettuale di Batines, informa su tempi e modi della pubblicazione della Bibliografia e colloca l’impresa del bibliografo francese sullo sfondo dei modelli e delle prassi bibliografiche correnti nella prima metà del XIX secolo. L’operazione editoriale infine si avvale di preziosi e indispensabili indici curati da Irene Ceccherini che offrono anche tavole di comparazione tra le segnature del Batines e quelle recenti e viceversa.
La descrizione della topografia dei volumi è stata condotta evidenziando da un lato l’imponente messe di dati e notizie, che spiegano il prestigio goduto negli studi danteschi dall’opera del bibliografo francese, dall’altro segnalando i non pochi elementi di perdurante utilità di un simile repertorio, che in alcuni settori della ricerca appare ad oggi ancora insuperato.
L’invito conclusivo è stato rivolto ai lettori perché non si limitino, come già suggeriva Kristeller, a consultare il Batines come un elenco telefonico, in cui si cerca solo ciò di cui già si possiedono alcuni dati dal momento che un repertorio del genere può anzi e deve proporsi ai suoi lettori come una foresta inesplorata pronta ad offrire insperate sorprese a chi curioso ne percorra i suoi molteplici sentieri.
Infine ha parlato il prof. Luca Serianni il quale ha sottolineato come - a differenza degli scienziati - per gli umanisti anche uno strumento apparso in pieno Ottocento mantiene una sua utilità, come rivela appunto il caso della Bibliografia dantesca del Batines. L’interesse principale dell’opera, tuttavia, è per la storia degli studi, in una prospettiva valorizzata dalla bella postfazione di Zamponi e colleghi. Può essere infatti davvero utile ripercorrere le schede, analitiche e minuziose, in cui si descrivono le prime stampe e soffermarsi sull’edizione di Vendelino da Spira (1477), la prima fornita di commento (attribuito erroneamente a Benvenuto da Imola), nella quale si legge tra l’altro un sonetto anonimo, ma assegnabile a Boccaccio, il primo dantista della nostra storia letteraria, che contiene un’espressione destinata a far fortuna, indicante la densità di sapere espressa da Dante, ma anche la difficoltà di penetrarne il merito (minerva oscura). Oppure soffermarsi sulla diversa fortuna di Dante, trovando conferma che il punto più basso si registra nel Seicento (solo tre le stampe censite, due delle quali non recano nemmeno il titolo di Commedia, ma quello di Visione: quasi un atto di sfiducia sulla commerciabilità del titolo originale). O anche, sfogliando la parte più caduca del Batines, quella dei saggi, osservare l'interesse che nel corso del tempo hanno suscitato questioni indecidibili (Alighieri o Allighieri?), inconsistenti (Dante era guelfo o ghibellino?) o comunque secondarie nel dibattito critico contemporaneo (il conte Ugolino si è cibato o no della carne di figli e nipoti?). Tuttavia, anche questioni del genere, alcune delle quali ancora oggi sono in grado di appassionare il largo pubblico, hanno importanza: servono a mostrare la penetrazione di Dante ben oltre la cerchia degli specialisti (non propriamente ristretta, in questo caso, ma comunque specialistica) e a confermare la rappresentatività di Dante per la stessa identità culturale italiana.
Solenne inaugurazione del XCV Anno Accademico 2009-2010
della Casa di Dante in Roma
con la conferenza di Sua Eminenza il Cardinal Paul Poupard
su Dante e i papi da Benedetto XV a Benedetto XVI
La Casa di Dante in Roma ha ufficialmente inaugurato il XCV anno accademico (2009-2010) della sua ormai quasi centenaria storia nella giornata di domenica 15 novembre 2009, quando ha avuto l’onore di ricevere quale ospite e conferenziere Sua Eminenza il Cardinal Paul Poupard.
II Cardinale Paul Poupard – nato ad Anjou, Francia, sacerdote dal 1954, membro del Collegio Cardinalizio dal 1985 – è Presidente Emerito del Pontificio Consiglio della Cultura, Dicastero della Curia Romana che ha diretto dalla sua creazione, da parte di Giovanni Paolo II, il 20 maggio 1982, fino al 30 agosto 2007. Nella sua veste di “Ministro della Cultura” della Santa Sede, ha rappresentato quest’ultima nei più diversi forum internazionali. Nel corso dei suoi viaggi come Ambasciatore della Cultura cattolica, è entrato in contatto con i più importanti intellettuali d’Africa, America, Asia, Europa, da Est ad Ovest. Eletto Rettore dell’Istituto Cattolico di Parigi nel 1971, ha svolto il suo mandato fino al 1981, continuando al tempo stesso la sua intensa attività accademica e di ricerca, che ha prodotto una trentina di monografie perlopiù dedicate al rapporto tra il cristianesimo e la cultura e la società contemporanea (tra le quali ricordiamo le più recenti quali Il cristianesimo all’alba del terzo millennio, 2000, ‘Populorum Progressio’. Tra ricordi e speranze, 2007, L’eredità cristiana della cultura europea, 2007, e il monumentale Dizionario delle Religioni, 2000).
Il Vicepresidente della Casa di Dante in Roma, il prof. Enrico Malato, ha pronunciato un breve saluto all’illustre ospite a nome del Presidente Giulio Andreotti e di tutto il Consiglio direttivo della nostra istituzione, presentando al numeroso pubblico la figura, la carriera e l’opera del Cardinal Poupard e illustrando l’importanza dell’evento. La Casa di Dante svolge infatti da quasi un secolo un’opera di alta divulgazione culturale in campo umanistico, organizzando conferenze domenicali su Dante, la sua vita, le sue opere, soprattutto letture di canti della Divina Commedia, conferenze che vengono seguite da un folto e variegato pubblico composto di studiosi, studenti, docenti di scuola secondaria e universitari, professionisti, appassionati di ogni età e ogni condizione, cui è offerta la possibilità di ascoltare gratuitamente lezioni nelle quali i massimi studiosi di Dante hanno potuto rendere e rendono ampiamente fruibili i risultati della ricerca scientifica sulla figura e l’opera del Sommo Poeta: un’attività che costituisce dunque un rarissimo e prezioso punto d’incontro fra la più alta cultura accademica e l’immediata e semplice passione dei lettori di Dante di ogni ceto e professione. Con la conferenza del Cardinal Poupard l’impegno della Casa di Dante giunge quindi felicemente a un più alto risultato, coniugando il meglio della cultura accademica laica e le vette della cultura cattolica contemporanea.
Il Cardinale ha tenuto una conferenza sul tema Dante e i papi da Benedetto XV a Benedetto XVI: con intelligente rovesciamento di prospettiva, dopo i numerosi studi che hanno analizzato le figure dei papi e il significato attribuito al papato nell’opera di Dante, il Cardinale ha voluto invece ripercorrere la storia dell’interesse che alcuni tra i più importanti pontefici del XX secolo hanno nutrito per la figura e l’opera del “Divino Poeta”. Nella sua esposizione, il Cardinale si è soffermato in particolare sulla figura di Benedetto XV (Giacomo Della Chiesa, 1914-1922) il quale – in vista della ricorrenza del sesto centenario della morte del poeta – si sforzò di recuperare la figura di Dante alla cultura cattolica (dopo la lettura in chiave risorgimentale e quindi anticlericale che ne era stata offerta nei decenni precedenti) valorizzando il tomismo e l’intertestualità biblica che attraversano la Commedia e l’ispirazione fondamentalmente religiosa dell’opera e arrivando a definire il «poema sacro» con il titolo di “Quinto Evangelo”. L’oratore ha quindi ricordato la grande passione di Paolo VI (Giovanni Battista Montini, 1963-1978) per l’opera di Dante, citando episodi e aneddoti che documentano tale passione: dall’abitudine coltivata da Papa Montini, solito farsi leggere dal suo segretario particolare un canto della Commedia la sera, alla cerimonia da lui presieduta durante la quale collocò una croce d’oro sulla tomba del Poeta a Ravenna, a quella in cui depose una corona d’alloro nel Battistero di Firenze in memoria di Dante, alla decisione di istituire una cattedra di studi danteschi presso l’Università Cattolica di Milano.
Il Cardinale ha anche illustrato i contenuti di Altissimi cantus, la lettera apostolica scritta da Paolo VI in occasione del VII centenario della nascita di Dante e tesa, sulla scorta degli studi di Nardi e Gilson, a ridimensionare l’elemento tomistico nel pensiero dantesco per valorizzare di contro gli apporti concessi all’opera dal pensiero mistico medievale di figure come Bernardo di Chiaravalle, Bonaventura da Bagnoregio e Gioachino da Fiore. Infine, dopo un cenno all’ammirazione per Dante di papa Giovanni Paolo II (Karol Wojtyla, 1978-2005) – testimoniata dalle parole spese da questo pontefice nella Lettera agli artisti, scritta nel 1989 in saluto ai pittori espositori della mostra di illustrazioni della Commedia – il Cardinale ha illustrato l’attenzione all’opera del “Sommo Poeta” mostrata dall’attuale guida della Chiesa, Benedetto XVI (Joseph Ratzinger, 2005-), il quale nell’Angelus dell’8 dicembre 2005 non ha mancato di citare i versi danteschi dell’ “Inno alla Vergine” (Paradiso, XXXIII) e nell’enciclica Deus Cantus Est, del gennaio 2006, ha ricordato Dante come eccezionale momento di incontro tra la fede, la poesia e la ricerca razionale di Dio.
Conferenza dell’Avv. Prof. Pasquale Landi
Dante e il diritto
Casa di Dante in Roma 26 novembre 2009
La Casa di Dante in Roma ha promosso un’ennesima iniziativa culturale in aggiunta alle tradizionali lecturae domenicali che proseguono anche quest’anno con sempre maggiore partecipazione di pubblico: nel pomeriggio di giovedì 26 novembre l’Avv. Prof. Pasquale Landi, uno dei più stimati giuristi della capitale, ha tenuto una conferenza sul tema Dante e il diritto rinnovando un filone di studi, quello dedicato agli aspetti giuridici del pensiero dantesco, che ha conosciuto alcuni interventi significativi (a partire proprio dalla lectura che su questo argomento tenne l’Avv. Carlo Bozzi nel 1965 sempre nella nostra sede del Palazzetto degli Anguillara) ma che si rivela meritevole di ulteriori approfondimenti come appunto quello odierno.
Il vice presidente della Casa di Dante in Roma, il prof. Enrico Malato, ha presentato l’Avv. Prof. Pasquale Landi, Primo “Socio onorario” della nostra Istituzione, delineandone brevemente il profilo professionale e la carriera e ricordandone l’attività svolta in favore del nostro ente nel corso delle trattative con i vari rappresentanti dell’Amministrazione capitolina che in questi ultimi anni si sono succeduti nel governo della città e quindi anche come interlocutori per la soluzione dell’annosa vertenza che oppone il Comune di Roma e la Casa di Dante in merito all’uso del Palazzetto degli Anguillara, da quasi novant’anni sede della nostra Istituzione (come stabilito da 2 delibere comunali del 23 e del 27 febbraio 1920).
L’Avv. Prof. ha quindi tenuto la sua conferenza approfondendo alcuni dei temi più importanti relativi ai presupposti giuridici del pensiero dantesco: dal concetto di Imperium, a quello di libertas, alla dialettica tra governo imperiale e autonomia amministrativa cittadina, alla stessa concezione dello ius come emanazione di principi religiosi in dialettica con la prassi legislativa umana, dal Codice di Giustiniano al Liber costitutionis promulgato a Melfi da Federico II di Hohenstaufen nel 1231.
Alla conferenza erano presenti numerose personalità della cultura giuridica romana e non solo: S.E. Pres. Vitaliano Esposito, Procuratore Generale della Suprema Corte di Cassazione; S.E. Pres. Pasquale De Lise, Presidente Aggiunto del Consiglio di Stato; S.E. Prof. Renato Lauro, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi Tor Vergata di Roma; S.E. Prof. Claudio Zucchelli, Consigliere di Stato, Capo del Dipartimento degli Affari Legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri; S.E. Avv. Ignazio Caramazza, Vice Avvocato Generale dello Stato; S.E. Ing. Fausto Martinelli, Vice Comandante Generale del Corpo Forestale dello Stato; S.E. Prefetto Vincenzo Boncoraglio, Regione Lazio; S.E. Pres. Alfredo Rossini, Procuratore della Repubblica di l’Aquila; S.E. Pres. Antonello Colosimo, Presidente di Sezione della Corte dei Conti; S.E. Consigliere di Stato Dott. Alessandro Botto Membro dell’Autorità di vigilanza del contratti pubblici di lavori, servizi e forniture; S.E. Dott.ssa Alessandra Bruni, Avvocato dello Stato; Reverendissimo Monsignore Don Renzo Giuliano, Rettore della Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma; Reverendissimo Monsignore Don Giuseppe Blanda, Vice Rettore della Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma; Prof. Giuseppe Santoni, Pro Rettore Vicario dell’Università degli Studi Tor Vergata di Roma; Prof. Gian Piero Milano, Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Tor Vergata di Roma; Dr. Luciano Gottardo, Generale di Corpo d’Armata dell’Arma Carabinieri , Comandante Generale emerito dell’Arma dei Carabinieri; Dr. Baldo Favara, Generale di Corpo d’Armata dell’Arma Carabinieri; Dr. Danilo Gagliardi, Questore della Polizia di Stato della Presidenza del Consiglio dei Ministri; Dott. ssa Vanda Barlese, dell’Archivio Notarile di Roma; Dr. Adriano Silenzi dell’Archivio Notarile di Roma; Dr. Mauro Pirazzoli, Direttore Amministrativo della Fondazione Policlinico Tor Vergata PTV di Roma; Maestra Edda Silvestri, Direttrice del Conservatorio di Musica di Santa Cecilia in Roma; Dr. Riccardo Clemente, Notaio in Roma; Dr. Carlo Angelini, Finmeccanica s.p.a.; Avv. Giovanni Vincenzo Fiori, Foro di Frosinone; Avv. Giovanni Borrelli, Foro di Roma; Avv. Giuseppe Cincioni, Foro di Roma; Avv. Massimo Camaldo, Foro di Roma; Avv. Michele Iannantuoni, Ufficio legale dell’ATAC; Avv. Luigi Viglione, Foro di Roma; Avv. Rossella Pandiscia, Finmeccanica s.p.a.; Avv. Enrico Tuccillo, Foro di Napoli.
Alla conferenza ha fatto seguito il concerto delle maestre Valeria Desideri (flauto) e Maria Chiara Fiorucci (arpa), del Conservatorio di S. Cecilia di Roma, le quali hanno interpretato brani musicali di Gioacchino Rossini (Andante e Allegro per flauto e arpa), Gaetano Donizetti (Sonata per flauto e arpa), George Bizet (Entr’acte dalla Carmen), Fréderic Chopin (Variazioni su tema di Rossini), Nino Rota (Piccoli pezzi per flauto e arpa), Philippe Gaubert (Madrigal per flauto e arpa), Elio Pochettini (Umoresca per flauto e arpa) e Jacques Ibert (Entr’acte).